Rapinese alza il prezzo delle mense scolastiche di Como: pagano anche le famiglie con Isee a zero
Con la delibera approvata nella seduta del 28 giugno, la giunta di Palazzo Cernezzi ha rivisitato le tariffe delle mense scolastiche comunali. In questo modo, a partire dall'anno scolastico 2025-2026, tutte le famiglie dovranno pagare almeno una minima quota giornaliera, anche se rientrano nella fascia più bassa di Isee. "Si tratta di un adeguamento per garantire la sostenibilità economica del servizio", ha spiegato il sindaco di Como Alessandro Rapinese, sottolineando come il costo di ogni pasto è di 7,14 euro: "Per chi dovessere avere difficoltà economiche, si può rivolgere ai servizi sociali". Dura l'opposizione, con la sezione comasca del Pd che definisce il primo cittadino comasco un "sindaco-calcolatrice".
Le tariffe attualmente in vigore nelle mense scolastiche di Como
Per il prossimo anno scolastico, quindi, le tariffe rimarranno invariate rispetto a quello che si è appena concluso. I costi sono strutturati in base a quattro fasce Isee. La prima va da zero a 3mila euro. Le famiglie che rientrano in questa categoria, almeno fino al prossimo anno possono usufruire della mensa scolastica gratuitamente.
Dopodiché, chi rientra nella fascia successiva, ovvero entro i 7.500 euro, paga 2,48 euro a pasto. Costo che sale a 3,97 euro per chi rientra nei 10mila euro e che arriva a 4,97 euro per chi li supera. È gratuito il pasto anche per i nuclei familiari che non è interamente residente nel comune di Como. Infine, sono previste riduzioni del 25 per cento dal secondo figlio in poi e per gli alunni con disabilità.
Le nuove tariffe in vigore dall'a.s. 2025-2026
Il nuovo tariffario approvato dalla giunta comunale comasca che entrerà in vigore a partire dall'anno scolastico 2025-2026 presenta numerose variazioni. Innanzitutto, la diversificazione dei costi in base alle fasce di Isee è aumentata, ma c'è da sottolineare che nessuna di queste garantisce un pasto interamente pagato dal Comune.
Anche per la fascia più bassa, quella che arriva a 3mila euro, è previsto il contributo di 2 euro a pasto. Fino a 7.500 euro il costo è di 3 euro, che sale a 5 euro per la fascia che arriva a 10mila euro. Un nuovo gradino è fissato a 25mila euro e chi ci rientra paga 6 euro a pasto. Infine, ce n'è un altro a 35mila: chi resta sotto paga 6,20 euro, gli altri 6,50 euro. Lo stesso prezzo di chi non ha tutti i membri del nucleo familiare residenti nel comune di Como (prima il prezzo era di zero euro).
Rimane la gratuità del servizio per le famiglie seguite dai servizi sociali, che però ora dovranno passare dagli uffici del Comune dato che l'agevolazione non è più automatica. Resta anche lo sconto del 25 per cento per alunni con disabilità, ma lo sconto secondo figlio scende al 15 per cento.
Le proteste dell'opposizione
Rapinese ha ribadito come questo "adeguamento" sia stato fatto "per garantire la sostenibilità economica del servizio", dato che ogni pasto costa comunque oltre 7 euro e quello che resta da pagare viene prelevato dalle casse comunali.
L'opposizione, in particolare la sezione comasca del Pd, lo accusa di essere un "sindaco-calcolatrice" che finisce per "penalizzare di nuovo le famiglie". La delibera approvata dalla giunta comporta più spese per gli alunni: "Pochi euro al giorno", scrivono i dem in una nota, "ma che spalmati su un intero anno scolastico diventano un consistente aumento per le famiglie comasche".