video suggerito
video suggerito

Rapinano un uomo e poi lo chiudono nel bagagliaio dell’auto: è già il secondo caso in un mese a Milano

Continuano le rapine al Parco delle Cave di Milano. È già il secondo caso in cui poi i malviventi chiudono la loro vittima nel portabagagli dell’auto. Si teme possa essere il modo di agire di una banda.
95 CONDIVISIONI
Immagine

Un uomo di 54 anni è stato prima rapinato da tre malviventi che impugnavano la pistola (lui stesso non sa dire se vera o finta) e poi, minacciandolo, lo hanno chiuso nel bagagliaio per scappare. È successo lo scorso martedì 6 febbraio nei pressi del parco della Cave a Milano. E quello che preoccupa di più forze dell'ordine e cittadini è che è la terza denuncia di rapina in quella zona avvenute fra il quattro e il sei febbraio, ma soprattutto che neanche un mese fa un altro ragazzo ha subito la stessa sorte del 54enne: dopo la rapine, anche lui è stato chiuso nel portabagagli della sua auto e abbandonato lì.

Sarebbe quindi già la seconda rapina con lo stesso epilogo avvenuta, in meno di un mese, nello stesso fazzoletto di terra a Est della città. Nella notte tra lunedì 8 gennaio e martedì 9 gennaio, in via Broggini, due ragazzi sono stati minacciati da alcuni malviventi con un coltello e rapinati. Poi gli aggressori hanno preso una delle due vittime di forza e l'hanno chiusa all'interno del portabaglia della sua auto. Per fortuna, in quell'occasione, c'era l'amico che ha potuto dare l'allarme e aiutare il ragazzo a liberarsi.

Il 54enne che è stato aggredito la sera del sei febbraio, invece, era da solo e ha subito la stessa sorte, che ha raccontato al quotidiano Il Giorno.

"Stavo camminando lungo una stradina del parco […] sono stato avvicinato da tre ragazzi. Uno di loro mi ha chiesto se avessi una sigaretta. Io ho risposto ‘Non fumo, non ce l’ho'. Ma a quel punto mi hanno chiesto soldi. Che non avevo, perché ero uscito senza nulla addosso: né portafoglio e né cellulare. Si sono innervositi e mi hanno preso a schiaffi. Poi mi hanno perquisito per verificare che non mentissi. E, appurato che non avessi nulla di valore, mi hanno picchiato ancora.

Ma non è finita lì.

"Io ero spaventato soprattutto perché uno di loro impugnava una pistola. Non so se fosse vera o finta ma per me in quel momento era vera. A un certo punto si sono anche consultati pensando di portarmi via le scarpe ma poi hanno desistito".

E poi, prima di andare via, hanno rinchiuso anche lui nel bagagliaio dell'auto. Il sospetto, quindi, è che possa trattarsi sempre della stessa banda, che ha deciso di utilizzare questa come tecnica, come firma sui propri delitti. Il rischio, però, è che prima o poi possano trovare qualcuno che non riesce a liberarsi dal bagaglio e che, magari per problemi respiratori, ci rimette la pelle.

95 CONDIVISIONI
autopromo immagine
Più che un giornale
Il media che racconta il tempo in cui viviamo con occhi moderni
api url views