Rapimento Eitan, la prima chiamata con la zia paterna: a breve si incontreranno in Israele
Aya Biran, la zia tutrice di Eitan, è riuscita a sentire il nipote: il bimbo, unico sopravvissuto alla tragedia del Mottarone, è stato portato via dal nonno materno sabato scorso. Il ragazzino, affidato alla famiglia paterna residente a Pavia dopo essere stato dimesso dall'ospedale, è stato portato in Svizzera e poi con un aereo privato trasferito in Israele. Stando a quanto riportato dal quotidiano "La Repubblica", la telefonata è stata confermata dall'avvocato israeliano Shmuel Moran che rappresenta Biran nella causa di restituzione del piccolo presso il tribunale di Tel Aviv. Ieri infatti è stata presentata un'istanza che vuole dimostrare come il nonno materno con la sua azione abbia violato la Convenzione dell'Aja sui diritti dei minori. Decisione che sarà presa il 29 settembre quando si svolgerà l'udienza che stabilirà se il piccolo debba tornare o no in Italia.
L'incontro tra la zia ed Eitan
Dopo aver chiesto quali siano le condizioni di Eitan e averlo fatto parlare a lungo con le cugine, la zia avrebbe detto al piccolo di volerlo incontrare presto. Secondo fonti vicine alla famiglia, questo potrebbe accadere già nei prossimi giorni e più precisamente entro il fine settimana. La famiglia materna ha precisato che, qualora gli zii dovessero venire in Israele, non gli impediranno di vedere il nipote. Il bambino si troverebbe a Petah Tikva, vicino Tel Aviv, a casa del nonno.
L'avvocato della donna ha però precisato che durante il colloquio non è stata data nessuna notizia sullo stato di salute del bambino. A organizzare la chiamata, sempre secondo La Repubblica, sarebbe stato lo zio materno Guy Peleg. L'obiettivo quindi, secondo i legali della famiglia paterna, sarebbe stato solo quello di migliorare la posizione dei nonni dopo le accuse di sequestro di persona aggravata. Intanto sembrerebbe che il piccolo sia stato iscritto alla scuola elementare nel quartiere di Ramat Aviv.
L'avvocato a Fanpage.it: Al nonno è stato chiesto di non lasciare il Paese
Ieri è circolata la notizia che Shmuel Peleg si trovi agli arresti domiciliari. L'avvocato Paolo Sevesi, contattato da Fanpage.it, ha spiegato che che l'uomo "è stato trattenuto dalle autorità israeliane e gli è stato chiesto di non lasciare il Paese". Peleg ha risposto a tutte le domande degli agenti dell'unità speciale che lo hanno interrogato. Gli avvocati israeliani, sempre sulla base di quanto riportato da Repubblica, specificano inoltre che: "La zia in Italia ha ricevuto la tutela temporanea mentre il bambino era in rianimazione e la famiglia Peleg si trovava in Israele solo per il tempo necessario a seppellire i propri cari".