Rapimento Eitan, la nonna materna: “Il bambino continua a ripetere che vuole stare in Israele”
"Ripete di voler restare in Israele, nessuno lo ha convinto a dirlo. La zia paterna Aya gli ha chiesto se non gli mancassero le sue cugine: il bambino ha risposto di sì ma che può vederle anche tramite il telefono". Torna a parlare la nonna di Eitan, il bambino di 6 anni unico sopravvissuto alla tragedia del Mottarone, in esclusiva al Corriere della Sera: la donna già i giorni scorsi ha detto che farà di tutto per tenere il bambino in Israele tanto che ha già chiesto e ottenuto dal Comune di Tel Aviv il permesso per l'iscrizione alla scuola elementare. Ormai da giorni Eitan vive con i suoi parenti materni, da quando lo scorso 11 settembre il nonno lo aveva preso dalla casa degli zii paterni a Pavia, unici tutori legali per la Procura, con la scusa di trascorrere qualche ora con il nipote e invece lo ha imbarcato su un volo privato e portato via dall'Italia. Per questo ora i nonni materni sono indagati per sequestro di persona aggravato dalla giovane età del piccolo. Nel registro degli indagati della Procura di Pavia risulta anche l'autista israeliano che ha accompagnato nonno e nipote in aeroporto in Svizzera.
Zii paterni: Lavaggio del cervello al bambino
Da quel pomeriggio è iniziata una battaglia legale per l'affidamento. Gli zii paterni hanno fin da subito detto di essere preoccupati del nipote: il nonno infatti è stato già condannato per maltrattamenti nei confronti della moglie. Hanno accusato anche il ramo materno della famiglia di aver fatto "il lavaggio del cervello al bambino". Accuse a cui la nonna al Corriere risponde così: "Ripete di voler restare in Israele. Andiamo in giro tutto il giorno e ogni sera dorme con mia figlia Gali". La sorella della madre da qualche giorno infatti ha avviato le procedure di Eitan. Se il bambino dovrà tornare o no in Italia, potrà essere deciso durante la prima udienza al Tribunale di Tel Aviv fissata per il 23 settembre.