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La morte di Ramy Elgaml a Milano

Ramy Elgaml, i carabinieri indagati per depistaggio: “Diffidammo testimone dal pubblicare il video dei soccorsi”

I Carabinieri indagati per depistaggio, frode processuale e favoreggiamento nel caso di Ramy Elgaml sono stati sentiti oggi in Procura. Hanno raccontato di essersi avvicinati al testimone oculare per diffidarlo dal pubblicare i video con le immagini sensibili dei soccorsi.
A cura di Alice De Luca
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Avrebbero detto al testimone dell'incidente di cancellare i video fatti perché, secondo loro, sarebbe stato poco etico divulgare immagini del massaggio cardiaco e delle fasi dei soccorsi. Questa la versione dei fatti raccontata in Procura dai due Carabinieri indagati per depistaggio, frode processuale e favoreggiamento nel caso della morte di Ramy Elgaml, il 19enne che lo scorso novembre ha perso la vita cadendo da uno scooter inseguito da un'auto dei militari.

Le indagini hanno preso avvio dal racconto di Omar, testimone oculare che ha detto di aver filmato l'incidente in cui è morto Ramy con il suo cellulare. Il ragazzo, però, ha riferito di aver dovuto cancellare i video su intimazione dei Carabinieri: "Mi hanno detto frasi del tipo ‘cancella immediatamente il video', ‘fammi vedere che lo hai cancellato' – ha raccontato Omar ai pm lo scorso dicembre – A quel punto mi hanno fatto la foto al documento e hanno aggiunto ‘adesso sali in macchina perche' ti prendi una denuncia‘. Uno mi ha detto ‘ti carico in macchina e aspetti che finiamo', l'altro ‘dammi il documento che adesso ti becchi un denuncia'".

Una versione dei fatti da cui si sarebbero discostati i Carabinieri indagati: interrogati oggi in Procura, avrebbero confermato soltanto di aver fotografato il documento di Omar. Hanno poi spiegato di essersi avvicinati al ragazzo perché, pensando che avesse registrato le fasi dei soccorsi, avrebbero voluto diffidarlo dal divulgare immagini che sarebbe stato poco etico pubblicare.

Nel frattempo Fares Bouzidi, il 22enne alla guida dello scooter sul quale viaggiava Ramy Elgaml, ha deciso di denunciare quattro carabinieri coinvolti nell'inseguimento in cui morì l'amico. Il militare al volante di una gazzella sarebbe stato denunciato per lesioni personali, perché, si legge nel documento: "Deliberatamente mi speronava, urtando con la parte anteriore sinistra della vettura condotta la parte posteriore destra del motociclo, causandone la perdita di controllo e comprimendo il motociclo contro il palo semaforico presente che veniva abbattuto dall'autovettura stessa".

Gli inquirenti sono ora in attesa dei risultati della perizia cinematica che potrebbe chiarire se, come sostenuto dalla difesa di Fares, l'auto dei Carabinieri abbia speronato lo scooter con a bordo i due ragazzi causandone la caduta. Gli esiti di questo esame, però, potrebbero ritardare ulteriormente: attesi per inizio febbraio, erano stati prorogati di una ventina di giorni, ma a quanto pare potrebbe essere necessario ulteriore tempo.

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