Ragazzo manganellato durante una protesta nel Cpr di Milano: “Nemmeno il commissariamento può risolvere i problemi”
Un giovane di 18 anni avrebbe subito un pestaggio da parte di agenti della Guardia di Finanza all’interno del centro di permanenza per il rimpatrio di via Corelli a Milano. L’episodio si sarebbe verificato nella notte tra sabato 10 e domenica 11 febbraio. A denunciarlo un video diffuso dalla rete ‘Mai più lager – No ai cpr' che lo ha ricevuto tramite il centralino dell’associazione Naga di Milano. Poche ore prima, dallo stesso Cpr erano arrivate immagini di trattenuti che per protesta si erano coricati seminudi nel cortile della struttura rimanendo per ore sotto la pioggia battente. Per Teresa Florio della rete ‘Mai più lager – No ai cpr', raggiunta da Fanpage.it, queste immagini sono “sconcertanti. È l’ulteriore conferma che il commissariamento non può fare niente”.
Il pestaggio
Nelle immagini si vedono agenti in tenuta antisommossa che prendono a manganellate un giovane che tenta di divincolarsi. Piedi scalzi, in tuta e con segni su una maglia grigia, il ragazzo avrebbe 18 anni. Da quanto riferito dalla rete ‘Mai più lager – No cpr' dopo il pestaggio non sarebbe stato portato in ospedale ma in infermeria e poi nella sua stanza. Non è chiara la ragione dei tafferugli.
Secondo la ricostruzione del centralino, gli scontri sarebbero nati perché gli agenti di guardia avrebbero chiuso senza preavviso una finestrella che dava accesso al settore. “È l’unico punto di comunicazione con l'esterno – spiegano gli attivisti sui canali social – il passaggio fondamentale da cui vengono gettati dentro acqua, cibo, medicine e accendino. Con la chiusura di quell'unico collegamento con l'esterno è come essere ancora più in gabbia che nella gabbia, ancora più abbandonati e reietti”. Dopo le proteste per la finestrella, il dissenso sarebbe sfociato in scontri, culminati con l’intervento di una squadra della Guardia di Finanza.
Nel video sono due le persone che sembrano subire le percosse, uno sarebbe stato portato in infermeria con la gamba rotta. Il 18enne invece sarebbe arrivato “quasi esamine, a braccia” – riferiscono i testimoni. Il giovane avrebbe trascorso la notte in infermeria e poi sarebbe stato riportato nella sua stanza. Da quanto risulta, avrebbe trascorso la mattina steso sul letto, con segni di percosse sul torace. Avrebbe forte dolore alla schiena e non riuscirebbe a muoversi. Come denunciano gli attivisti, la difficoltà sarà capire innanzitutto se lo hanno portato in ospedale, specie perché, anche dietro richiesta dei loro avvocati, è molto difficile avere accesso alle cartelle cliniche.
Le richieste degli attivisti
Nelle scorse ore nello stesso Cpr è scoppiata una protesta che ha visto migranti nudi e sdraiati per terra per protestare contro le condizioni di vita all’interno. Con macchie sul corpo, molti di loro continuano a subire abuso di farmaci, assenza di assistenza sanitaria e cibo scaduto o andato a male.
Gli episodi delle ultime 24 ore si sono verificati mentre la struttura è stata commissariata dalla Procura di Milano per un’inchiesta giudiziaria in corso sull’ente gestore. “Siamo sconcertati – dice a Fanpage.it Teresa Florio della rete ‘Mai più lager' – ma eravamo sicuri che le cose non sarebbero cambiate nonostante il commissariamento”. Al momento la gestione è stata affidata a un amministratore giudiziario, ma le dinamiche che hanno portato al commissariamento non sembrano cambiate. “È l’istituto del cpr che è concepito così. La gestione può pulire meglio i luoghi ma nessuno, nemmeno con la migliore professionalità può modificare la struttura fisica del luogo che è oppressiva, quasi da carcere di massima sicurezza. Soprattutto, nessuno può modificare le storture che impediscono di godere del diritto alla salute, del diritto alla difesa in un cpr” spiega Florio.
Gli episodi delle ultime 24 ore però sembrano particolarmente gravi, anche perché si sono verificati mentre la struttura è commissariata. “Arrivare a queste aggressioni in tenuta antisommossa in un corridoio a danno di un ragazzo di 18 anni, come anche la protesta di trattenuti lasciati per ore sotto la pioggia, è solo l’ulteriore conferma che il commissariamento non può fare niente. Queste immagini, unite a quelle che arrivano da Roma, Trapani, Gradisca, dicono la stessa cosa: i cpr sono così da sempre, anche sotto commissariamento. La risposta per noi è di chiuderli tutti. A partire da Milano”.
di Sara Tirrito