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Ragazzo di 25 anni trovato morto vicino alla stazione di Milano Garibaldi: indaga la Polfer

Un ragazzo di 25 anni è stato trovato morto vicino alla stazione di Milano Porta Garibaldi. Ad avvisare la polizia è stato un clochard, che ha visto il corpo immobile del 25enne in un punto utilizzato come riparo di fortuna dai senza fissa dimora. All’arrivo dei soccorsi per il 25enne non c’era più niente da fare. Le indagini sulle cause del decesso sono affidate alla polizia ferroviaria.
A cura di Francesco Loiacono
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Tragedia a Milano nel primo pomeriggio di oggi, giovedì 13 maggio. Un ragazzo di 25 anni è stato trovato morto in via Giuseppe Ferrari, nei pressi della stazione ferroviaria di Milano Garibaldi. La segnalazione all'Azienda regionale emergenza urgenza è arrivata attorno alle 15: sul posto sono state inviate un'ambulanza e un'automedica, ma gli equipaggi del 118 non hanno potuto fare niente per il giovane, se non constatarne il decesso. Il corpo senza vita del ragazzo è stato trovato in un punto dove solitamente trovano un riparo di fortuna diversi clochard: è molto probabile che anche la vittima fosse un senzatetto, anche se sono ancora in corso gli accertamenti da parte della polizia ferroviaria, che si sta occupando delle indagini.

L'allarme alla polizia, stando a quanto riporta la testata "Milanotoday", è stato dato proprio da un altro clochard, che avrebbe visto il corpo immobile del giovane e si sarebbe recato in stazione dalla polizia a chiedere aiuto. Si sta cercando di capire adesso cosa possa aver causato il decesso del ragazzo: l'ipotesi più plausibile è di un decesso per cause naturali, ma non si escludono al momento anche altre ipotesi.

A gennaio altri due clochard erano stati trovati morti vicino alla stazione

Già in passato, quest'anno, i corpi senza vita di due uomini erano stati trovati nei pressi della stazione Garibaldi. In entrambi i casi le vittime erano due senza fissa dimora che avevano trovato riparo sotto i cavalcavia vicino alla stazione o in altri anfratti riparati. Gli altri due decessi erano però avvenuti a gennaio, con temperature decisamente più rigide di quelle attuali che avevano in alcuni casi contribuito ad aggravare le condizioni di salute già precarie delle vittime.

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