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Ragazzo di 20 anni muore in piscina, la famiglia: “Lo hanno soccorso in ritardo”

Secondo la famiglia del ragazzo di vent’anni, morto dopo un malore avuto in piscina a Legnano, ci sarebbero stati dei ritardi nei soccorsi: indaga la Procura.
A cura di Ilaria Quattrone
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Immagine di repertorio
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Avrebbero ritardato nei soccorsi: è questa l'accusa mossa dalla famiglia del ragazzo di vent'anni che nella giornata di domenica 5 giugno, è morto mentre nuotava con alcuni amici nella piscina olimpionica di Legnano, comune in provincia di milano. La Procura di Busto Arsizio, dopo la denuncia dei famigliari, ha aperto un fascicolo – di cui è titolare il pubblico ministero Nadia Calcaterra – che disporrà tutti gli accertamenti del caso.

È stata disposta l'autopsia

Per questo motivo sarà disposta anche l'autopsia al fine di accertarne le cause della morte. Al momento, in base a quanto riportato dal quotidiano "Il Giorno", si prospetta l'ipotesi di omicidio colposo proprio perché, sempre secondo la famiglia, se l'intervento fosse stato immediato il ragazzo si sarebbe salvato. Dal canto suo la Amga sport, che gestisce la piscina, sostiene che i soccorsi siano stati tempestivi: "Aver assistito, in diretta, al malore ed essere stati pronti nell’attivare, in tempi rapidissimi, il protocollo interno e i soccorsi, da parte del personale sanitario, aveva lasciato aperto in tutti noi un barlume di speranza, sebbene le condizioni del ragazzo siano apparse subito decisamente gravi".

L'incidente e il ricovero in ospedale

Domenica il ragazzo ha perso conoscenza mentre stava nuotando: i suoi amici hanno chiesto aiuto e gli assistenti bagnanti sono poi intervenuti con un defibrillatore. Sono stati allertati i soccorsi del 118 che sono poi intervenuti con un'ambulanza. Dopo aver tentato le manovre di rianimazione, lo hanno portato in ospedale dove è stato ricoverato in prognosi riservata. Il ragazzo è morto dopo due giorni dal suo ricovero all'ospedale di Legnano.

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