Ragazzo denuncia uno stupro di gruppo in via Lecco a Milano, il 22enne: “Mi hanno accerchiato e violentato”
Alle prime ore di domenica 21 maggio un ragazzo di 22 anni ha chiamato i soccorsi, dichiarando di essere stato vittima di uno stupro di gruppo in via Lecco a Milano. Portato presso l'ospedale Mangiagalli, è stato medicato e poi si è allontanato prima di formalizzare la denuncia. Gli agenti della squadra Volanti della Questura stanno tentando di ricostruire con maggiore precisione l'accaduto e capire perché il ragazzo non abbia voluto confermare il suo racconto.
Lo stupro di gruppo
Secondo la versione che ha inizialmente fornito il 22enne agli agenti intervenuti sul posto, il ragazzo sarebbe stato attirato in una trappola da un conoscente. Si sarebbe infatti attardato a chiacchiere con un altro ragazzo che, approfittando che a quell'ora non c'era più nessuno per le strade del quartiere Porta Venezia, avrebbe chiamato altri quattro ragazzi che lo avrebbero "accerchiato e violentato".
Poco dopo le 4 del mattino, il ragazzo – finalmente libero dai suoi aggressori – avrebbe chiamato i soccorsi. Sul posto è intervenuta una Volante della Polizia di Stato, che ha raccolto la sua prima testimonianza, e un'ambulanza, che lo ha trasportato presso l'ospedale Mangiagalli, dove è attivo il ‘Centro di riferimento di assistenza per i problemi della violenza alle donne e ai minori' e che a tutti è sembrato il luogo migliore anche per un caso come questo.
L'uscita dall'ospedale senza confermare la denuncia
Arrivato in ospedale, il ragazzo ha ricevuto tutte le cure necessarie dal punto di vista medico, ma poi si è rifiutato di formalizzare la denuncia e quindi confermare quanto aveva raccontato alla prima volante intervenuta sul posto. Al contrario, il 22enne si è allontanato volontariamente dall'ospedale senza neanche concludere il momento di osservazione che i medici gli avevano prescritto.
La Polizia sta tentando di capire se il ragazzo non abbia voluto formalizzare la denuncia perché si vergogna di quanto accaduto ed eventualmente provare a convincerlo che tutte le violenze sono gravi allo stesso modo e nessuna vittima deve mai sentirsi più a rischio di altre.