Ragazzo affonda nelle acque del Parco delle Cave, continuano le ricerche
Forse è stato un malore causato dall'acqua gelida, o forse no. Quel che è certo è che Salem Mohamed Mahmoud Saeed, il ventisettenne egiziano che ieri pomeriggio si è immerso nelle acque della cava Cabassi al Parco delle Cave (Milano), a un certo punto ha iniziato ad annaspare. Si trovava al parco con un amico in bicicletta, quando dall'altra parte del laghetto si accorge che c'è un altro gruppo di conoscenze comuni. Decide così di raggiungerli a nuoto, guadando lo stagno. I volontari che presidiano l'area provano a farlo uscire, ma non c'è niente da fare. Finché, quando è arrivato a metà strada, qualcosa inizia ad andare storto: il ragazzo è in difficoltà, perde l'equilibrio e affonda. Uno degli amici si tuffa in acqua per cercare di soccorrerlo, ma senza successo. "Ho provato ad aiutarlo, ma non ci riuscivo. Stavo finendo sotto anche io" ha detto alle forze dell'ordine, in lacrime, mentre tremava sotto la coperta termica. "Ho toccato la sua mano, riuscivo a farlo risalire ma ogni volta lo perdevo di nuovo. Poi l'ho perso del tutto". I sommozzatori si mettono subito alla ricerca del ventisettenne, sotto gli sguardi dei tanti presenti che stanno trascorrendo la domenica al Parco delle Cave, ma non trovano niente.
Ancora disperso
Stamattina i sommozzatori e i vigili del fuoco di Milano e Torino hanno ripreso le ricerche del giovane, interrotte ieri sera con il calare del buio. Salem era da molti anni in Italia, viveva a Milano dove lavorava regolarmente come muratore. Ieri sul posto sono arrivati tanti colleghi e il suo datore di lavoro: è stato proprio lui a informare i suoi parenti in Egitto che di Salem si erano perse le tracce nelle acque del parco delle Cave (che, come indicato dai cartelli accanto al laghetto, non sono balenabili: il fondo della cava Cabassi, inoltre, in alcuni punti può raggiungere la profondità di 20 metri).