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Ragazzino sanguinante suona al campanello di una casa per chiedere aiuto: non ricorda cosa gli è successo

Un ragazzo di 18 anni ha suonato al campanello di un’abitazione con il volto sanguinante e ha chiesto aiuto: i carabinieri stanno cercando di capire cosa possa essere successo. Non è esclusa alcuna ipotesi: potrebbe trattarsi di un incidente o di un pestaggio.
A cura di Ilaria Quattrone
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Immagine di repertorio
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I carabinieri della stazione di Colico stanno cercando di ricostruire quanto accaduto a Dorio, in provincia di Lecco, dove nella notte di Capodanno un ragazzo di 18 anni ha suonato il campanello di un'abitazione con il volto tumefatto e i vestiti bagnati. Al vaglio delle forze dell'ordine ci sono due ipotesi: l'incidente o l'aggressione.

L'adolescente ha suonato al campanello di un'abitazione e ha chiesto aiuto. Gli operatori sanitari del 118, inviati dall'Agenzia regionale emergenza urgenza della Lombardia (Areu), lo hanno trovato in stato confusionale, ubriaco e in ipotermia. Lo hanno così portato con un'ambulanza all'ospedale di Gravedona dove è stato ricoverato in codice giallo: è stato medicato per un trauma facciale e un trauma cranico commotivo. È stato dimesso con una prognosi di quindici giorni.

Quando le forze dell'ordine gli hanno chiesto di poter ricostruire la dinamica della vicenda, il giovane non è stato in grado di fornire una versione precisa. Avrebbe detto di essere finito nel lago con la sua moto, ma non ha saputo dire di più. I militari hanno poi scoperto che, poco prima, si trovava a una festa a casa di un amico nella zona dell'Alto lago lecchese per festeggiare il Capodanno.

A un certo punto sarebbe sparito tanto che un suo amico avrebbe chiesto l'intervento del 112. Considerato le condizioni in cui è stato trovato, gli inquirenti sospettano che sia stato vittima di un pestaggio. Proprio per questo motivo, sono al lavoro per cercare di capire cosa possa essere successo: nel caso in cui dovesse trattarsi di un'aggressione, sarà necessario trovare i responsabili di quanto accaduto.

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