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Evasione dal carcere Beccaria di Milano

Ragazzi evasi dal carcere Beccaria, il cappellano: “Gli altri detenuti probabilmente conoscevano il piano”

“A differenza loro, gli altri detenuti hanno scelto di non fuggire nonostante presumibilmente questo piano fosse premeditato e conosciuto forse da diversi ragazzi”: a spiegarlo a Fanpage.it è il cappellano del carcere minorile Beccaria, Don Claudio Burgio. Ieri sera sono scappati infatti sette detenuti, tre dei quali sono stati presi. Si cercano gli altri quattro.
A cura di Ilaria Quattrone
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La situazione del carcere minorile Beccaria di Milano è al collasso ormai da diversi anni: pochi educatori e agenti di polizia penitenziaria, cambio frequente di direttori (tre in meno di un anno), strutture carenti (i lavori di ristrutturazione nella parte femminile, per esempio, durano da sedici anni) e sovraffollamento.

Nelle ultime settimane, tre episodi hanno riacceso i riflettori su in istituto penitenziario da tempo abbandonato e dimenticato: le violenze e torture subite da un ragazzino di 16 anni, l'evasione di sette ragazzi (tre dei quali ritrovati) e l'incendio appiccato da alcuni detenuti che ha causato il ricovero di quattro agenti. Questi ultimi, come raccontato a Fanpage.it dal cappellano Don Claudio Burgio, si trovano al momento in isolamento: "Non so quali saranno le conseguenze immediate su loro".

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Il piano dei detenuti evasi potrebbe essere stato premeditato

I sette avrebbero approfittato proprio dei lavori di ristrutturazione per scappare. Il loro, con ogni probabilità, è stato un piano premeditato: "A differenza loro, gli altri detenuti – spiega Don Claudio – hanno scelto di non fuggire nonostante presumibilmente questo piano fosse premeditato e conosciuto forse da diversi ragazzi".  Nessuno di loro, ha aggiunto il cappellano, in passato non avrebbe mai provato a fuggire.

Probabilmente a influire su questa decisione potrebbero essere state le festività: "Il Natale e le feste peggiorano purtroppo le cose". E di certo le condizioni in cui versa il carcere, non aiutano: "Oltre al problema del sovraffollamento, ci sono i disturbi psichici e le dipendenze. Molte volte i ragazzi arrivano qui dopo il fallimento di un percorso comunitario. Il carcere, che andrebbe usato come extrema ratio, è un ambiente che deriva dalla violenza e genera violenza. Inoltre accoglie adolescenti che sono già di per sé in fuga da loro stessi".

E tra i problemi del carcere Beccaria, c'è la mancanza di un direttore titolare: "Mentre in molti sembrano scoprire solo ora che all’istituto penale per minorenni di Milano, come in molte altre carceri anche per adulti, da anni non è in servizio un direttore titolare, con la manovra di bilancio in corso d’approvazione in Parlamento verrà disposto – spiega Gennarino De Fazio, Segretario Generale della UILPA Polizia Penitenziaria – lo scorrimento della graduatoria per Dirigente del dipartimento per la giustizia minorile e di comunità, ma per l’assunzione negli uffici giudiziari (tribunali, etc.)".

Considerate le gravi carenze, il segretario si aspettava uno scorrimento delle graduatorie "per i profili per i quali erano stati banditi i concorsi. Invece, grazie un colpo da far invidia al miglior prestigiatore, chi aveva concorso per fare il direttore di carcere sarà assunto in un tribunale".

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