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Ragazzi chiedono soldi ai passanti fingendosi sordomuti, denunciato anche il padre

Due ragazzi chiedevano soldi ai passanti fingendosi sordomuti. Le donazioni, spiegavano, avrebbero finanziato un’organizzazione umanitaria. I fratelli, però, mentivano istigati dal padre che li sorvegliava da lontano.
A cura di Enrico Spaccini
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Foto di repertorio
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Due ragazzi giravano per le strade di Rezzato, in provincia di Brescia, con delle brochure in mano. A chi riuscivano a fermare, raccontavano di essere sordomuti e chiedevano delle donazioni a sostegno di un'organizzazione umanitaria affinché questa, un giorno, costruisca un centro aggregativo per persone con questa disabilità. Alcuni atteggiamenti, però, li hanno traditi: i due ci vedevano e ci sentivano benissimo.

Il padre che li sorvegliava da lontano

Piccole azioni, brevi scene hanno fatto insospettire uno dei passanti. Per questo motivo, pensando che stessero mentendo, ha chiamato la polizia locale. Arrivata sul posto con una pattuglia, hanno scoperto come effettivamente quei due ragazzi non erano affatto sordomuti. Uno di 15 anni, l'altro di 16, i due fratelli erano riusciti in poco tempo a racimolare 130 euro.

Con delle rapide indagini, gli agenti hanno scoperto come in realtà i due minorenni erano sorvegliati a distanza dal padre. Il sospetto è che sia stato lui a istigare i ragazzi a delinquere. Per tutti e tre, domiciliati a Bologna, è scattata la denuncia a piede libero. Le donazioni e le brochure fasulle con cui sponsorizzavano l’organizzazione umanitaria sono state sequestrate.

La mamma che chiede scusa per i furti del figlio

Una mamma di Samarate, in provincia di Varese, ha deciso invece di chiedere scusa per il comportamento del figlio. Il ragazzo si è reso responsabile di almeno due furti negli ultimi 20 giorni. "Comprendo i vostri sfoghi e probabilmente la penserei come voi se non sapessi tante cose", ha scritto in un gruppo Facebook: "Mi sono trovata da sola a crescere due figli lavorando otto ore al giorno, pagando l'affitto e senza mantenimento che sarebbe dovuto arrivare. Non cerco compassione ma comprensione".

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