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Ragazze morte nel campo di mais, la 21enne che era con loro: “Ho gridato all’agricoltore di fermarsi”

Parla la terza ragazza che ha visto per ultime la sera di venerdì 2 luglio Hanan e Sare, le due ragazze morte in un campo di mais a San Giuliano Milanese: “Ho urlato con tutte le mie forze per cercare di fermare l’agricoltore che alla guida del suo trattore si stava avvicinando a Hanan e Sara. Ma non mi sentiva e così sono corsa via”. Per ora restano indagati l’agricoltore e un amico delle due ragazze.
A cura di Giorgia Venturini
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Le vittime, Sara El Jaafari e Hanan Nekhla
Le vittime, Sara El Jaafari e Hanan Nekhla

"Ho urlato con tutte le mie forze per cercare di fermare l'agricoltore che alla guida del suo trattore si stava avvicinando a Hanan e Sara. Ma non mi sentiva e così sono corsa via". Parla la terza ragazza presente la sera di venerdì 2 luglio insieme a Hanan e Sara, le due ragazze morte in un campo di mais a San Giuliano Milanese. Si tratta di una 21enne di nazionalità romena che vive in strada, vicino al quartiere di Rogoredo alla periferia di Milano, vicino al boschetto della droga. Come riporta Il Corriere della Sera la ragazza – si mantiene facendo da fattorina sul ritiro e la consegna della droga – "pensava che Sara potesse scappare, che riuscisse a salvarsi. Così come non credevo che Hanan fosse morta. La notizia della tragedia l'ho letta poi sul giornale. Ero ferita anche io ma non ho voluto andare in ospedale perché avevo paura di quello che mi poteva accadere". E ancora: "Non ci siamo accorti del trattore. A me ha preso sul braccio, sul fianco e sulla schiena. Poi ho avuto paura e ho pensato di sparire il prima possibile".

Indagato il bracciante e un amico che era con le ragazze

Il bracciante che era alla guida del mezzo agricolo che avrebbe investito e ucciso due ragazze a San Giuliano Milanese, alle porte di Milano, risulta indagato per duplice omicidio colposo. Si tratterebbe di un atto dovuto, secondo quanto ha spiegato il procuratore della Repubblica di Lodi Domenico Chiaro che coordina le indagini su una vicenda tragica e ancora poco chiara. Il bracciante, che era stato rintracciato ieri dai carabinieri ed è stato ascoltato per molte ore, sostiene di non essersi accorto di nulla, ma naturalmente la sua versione è adesso al vaglio degli inquirenti. Agli inquirenti ha ripetuto che non si era accorto di nulla. Indagato anche il 35enne di origine marocchine amico di Sara e Hanan con loro la sera del 2 luglio: la serata era iniziata in un appartamento con altre persone per un festino a base di cocaina e alcolici e poi si era spostata in questo capo di mais.

Cosa si sa su quanto accaduto

Stando a quanto ricostruito fino a ora le due ragazze presumibilmente si erano accampate tre le piante di mais per le notte insieme ad altre persone in una zona molto nascosta tanto che per il ritrovamento dei corpi è stato necessario l'elicottero. A qualche metro più in là del ritrovamento dei cadaveri i carabinieri hanno trovato delle coperte, bottiglie di alcolici, resti di carta stagnola. E ancora: quello che probabilmente sono "avanzi" di stupefacente e diversi telefoni cellulari. Fino alla chiamata di soccorso di una della giovane quando in arabo aveva detto che lei e la sua amica si trovavano in un campo di mais, continuava a ripetere Rogoredo, al confine con San Donato Milanese ed erano state investite da una mietitrebbiatrice, che lei era rimasta ferita e che l'altra donna era morta. Pochi secondi, poi la conversazione si era interrotta. Da allora erano scattate le ricerche.

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