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Ragazza rapinata e sequestrata in una sala slot: riesce a mandare un messaggio alla madre che la salva

Due cittadini uomini di 43 e 46 anni sono stati arrestati per aver sequestrato e derubato una dipendente di una sala slot di Magenta (Milano): la ragazza è riuscita a mandare un messaggio alla madre che ha attivato il vicino di casa carabiniere.
A cura di Giorgia Venturini
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Avevano fatto irruzione all’interno di una sala slot di Magenta, nel Milanese, afferrando di spalle una dipendente, una ragazza di 25 anni, e legandole mani e piedi con un nastro adesivo. Poi hanno portato via dalla cassa 1.700 euro in contanti. Durante il sequestro, avvenuto lo scorso 20 gennaio, però la giovane è riuscita a scrivere un messaggio alla madre che subito ha attivato i carabinieri. Un vicino della madre era proprio un appuntato scelto in servizio presso la compagnia Carabinieri di Abbiategrasso: il militare ha allertato subito i colleghi in caserma e si è precipitato sul luogo della rapina.

L'intervento della madre e del vicino di casa carabiniere

Il vicino di casa-carabiniere una volta sul posto ha visto i due malviventi uscire dal locale e salire su un'auto a cui è stata subito presa la targa. Insieme ai colleghi hanno prestato subito soccorso alla ragazza sequestrata assicurandosi delle sue condizioni e liberandola dai nastri adesivi. LA 25enne è stata poi raggiunta anche dai sanitari del 118 che l'hanno portata all'ospedale di Magenta da dove è stata dimessa con 7 giorni di prognosi.

Intanto alcuni carabinieri si sono messi sulle tracce dei rapinatori. L’autovettura ricercata con a bordo i due fuggiaschi è stata bloccata in via Elsa Morante a Magenta. I due soggetti, sottoposti a perquisizione, sono stati trovati in possesso della somma rubata, di due passamontagna, di un paio di guanti, di un rotolo di nastro adesivo, di fascette da elettricista e dell’unità DVR di videoregistrazione asportata dalla sala slot.

Chi sono i due arrestati

In manette sono finiti due cittadini cinesi di 43 e 46 anni con l'accusa di "sequestro di persona", "rapina aggravata in concorso" e "lesioni personali". Il 46enne era già noto alle forze dell'ordine perché già destinatario di un ordine di carcerazione emesso novembre del 2016 dal Tribunale di Milano a seguito di condanna definitiva: doveva scontare una pena di due mesi di  reclusione per “evasione” risalente al 2011. Gli arrestati sono stati accompagnati presso il carcere di Milano "San Vittore".

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