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Ragazza invalida picchiata dal datore di lavoro che non voleva pagarla: “Dopo un mese ha problemi alla vista”

“Si è sottoposta a una visita neurologica per controllare che non abbia avuto peggioramenti rispetto alle sue patologie. Ha problemi a un occhio: vede appannato. Non riesce a mettere a fuoco”, ha detto a Fanpage.it l’avvocata dell’associazione Scarpetta Rossa che assiste Elena, la 23enne che ha denunciato il suo ex datore di lavoro di averla picchiata.
A cura di Ilaria Quattrone
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Elena, una 23enne che soffre di “Epilessia Criptogenica focale, Sindrome di sjogre primaria sistemica” e rientra nella fascia protetta prevista dalla legge 68/99, ha denunciato di essere stata picchiata dal suo ex datore di lavoro. La giovane ha raccontato quanto subito in un'intervista a Fanpage.it. Dopo che le è stato comunicato che, terminato il periodo di prova, non avrebbe più lavorato in quella azienda, l'8 gennaio 2024 si è presentata nella sede Milano per chiedere di poter ricevere l’ultima busta paga. 

"Appena ci siamo incontrati, lui mi invitata a uscirare fuori dall'azienda senza ascoltare il motivo per il quale fossi lì. Io rifiutavo poiché continuavo a insistere per volere delle risposte ai mancati pagamenti e alla fine in maniera bruta e violenta, mi colpiva con la sua mano destra sulla parte sinistra del mio viso, facendomi cadere a terra, dopodiché mi afferrava dai capelli e cercava di trascinarmi fuori dalla porta”, si legge nella denuncia che la 23enne ha sporto ai carabinieri.

È stata poi portata all'ospedale Policlinico di Milano dove è stata è stata dimessa con una prognosi di dieci giorni per aver riportato “tumefazione ed ecchimosi peri orbitaria sinistra, lieve emorragia congiuntivale Os, tumefazione labbro superiore con escoriazioni, lieve tumefazione finocchio sinistro con ecchimosi superficiale”. Ancora oggi fa i conti con i traumi fisici e psicologici riportati. Dopo di lei, altri dipendenti hanno raccontato a Fanpage.it di essere stati protagonisti di episodi simili. Tra loro, c'è anche un ex socio dell'uomo accusato dalla 23enne.

"Si è sottoposta a una visita neurologica per controllare che non abbia avuto peggioramenti rispetto alle sue patologie. Ha problemi a un occhio: vede appannato. Non riesce a mettere a fuoco", ha detto a Fanpage.it l'avvocata dell'associazione Scarpetta Rossa che assiste Elena.

La sua cliente ha denunciato di essere stata aggredita dal suo ex datore di lavoro. A che punto sono le indagini?

Le indagini stanno proseguendo. Con molta probabilità, considerato che le lesioni sono state giudicate guaribili in meno di quaranta giorni, è possibile che la competenza su questo caso sia del giudice di pace. Nel caso in cui le indagini della Procura dimostrino la sussistenza di aggravanti, allora il caso potrà arrivare in tribunale. A mio parere, sarebbe opportuno che sia il tribunale a esprimersi considerato che si tratta di una ragazza disabile massacrata di botte. Con la riforma Cartabia sono cambiate diversi aspetti nel sistema giudiziario: alcune cose sono migliorate, altre – come queste – sono peggiorate.

È cambiata anche la mole di lavoro per i giudici di pace. Questo quindi comporta un allungamento dei tempi. In altri procedimenti che sto seguendo, di cui ha competenza il giudice di pace di Pavia, le udienze hanno tempi di attesa di 7-8 mesi. Non oso immaginare a Milano, dove i tempi sono generalmente più lunghi.

Avete avuto contatti con l'ex datore di lavoro?

No. La mia cliente è stata contattata immediatamente dall'avvocato del datore di lavoro dopo la pubblicazione della notizia. Non ci sono stati altri contatti successivi.

Ha ricevuto tutti i pagamenti che le spettavano? 

Sì, ora li ha ricevuti tutti.

Come sta la sua cliente? 

Sta reagendo e sta facendo valere i propri diritti. Certo, è abbattuta moralmente e anche fisicamente ne sta risentendo. Si è sottoposta a una visita neurologica per controllare che non abbia avuto peggioramenti rispetto alle sue patologie. Ha problemi a un occhio: vede appannato. Non riesce a mettere a fuoco.

Chiederete un risarcimento in sede civile? 

Sicuramente. Se c'è un reato, si ha diritto ad avere un risarcimento.

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