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Quest’estate i ghiacciai della Lombardia si sono abbassati fino a 7 metri, a una velocità 6 volte oltre la media

Con punte di 7 centimetri nei giorni più caldi, i ghiacciai della Lombardia hanno sofferto più di tutti il caldo di questa estate. I glaciologi Riccardo Scotti e Claudio Smiraglia anticipano a Fanpage.it le rilevazioni dell’estate 2023.
A cura di Giorgia Venturini
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In Valmalenco a 3.500 metri c'è il ghiacciaio Fellaria che ogni anno richiama 25mila visitatori e quindi altrettanti post social. La sua particolarità? Parte del suo ghiaccio si stacca e diventa piccoli iceberg che galleggiano in un piccolo lago. Il risultato? Lo spettacolo mozzafiato ricorda un paesaggio islandese. Tanto da diventare uno dei protagonisti di Facebook e Instagram nei mesi estivi. Ma i suoi iceberg e le sue impressionanti cascate ai lati del ghiaccio non sono che la sua triste agonia. Come tutti gli altri ghiacciai della Alpi si sta fondendo piano piano a ritmi di 4-5 metri l'anno, raggiungendo quest'anno e lo scorso i 7-8 metri.

Il ghiacciaio Fellaria nel 2020
Il ghiacciaio Fellaria nel 2020
Il ghiacciaio Fellaria nel 2021
Il ghiacciaio Fellaria nel 2021

Come stanno i ghiacciai lombardi alla fine dell'estate 2023

Manca qualche giorno alla fine dell'estate ed è tempo di fare la "diagnosi" ai ghiacci delle Alpi della Lombardia: anche quest'anno il monitoraggio è stato eseguito – insieme ad altri colleghi – da Riccardo Scotti, responsabile scientifico del servizio glaciologico lombardo e da Claudio Smiraglia, glaciologo e con una lunga carriera come professore all'Università degli Studi di Milano. I due esperti hanno spiegato a Fanpage.it la loro estate sui ghiacciai.

Il ghiacciaio Fellaria a confronto nel 2005, nel 2011 e nel 2022
Il ghiacciaio Fellaria a confronto nel 2005, nel 2011 e nel 2022

"Tengo a precisare una cosa – spiega subito Riccardo Scotti -. I ghiacciai non scompaiano soltanto quando cadono pezzi nell'acqua. I ghiacciai si fondono silenziosamente, senza che se ne accorga nessuno. A dimostrare la criticità del momento sono soprattutto le cascate d'acqua piene: queste sono i ghiacciai che si sciolgono, si trasformano in acqua e scendono a valle con un'enorme potenza". E di cascate il ghiacciaio Fellaria purtroppo ne è pieno.

L'estate del 2022 è stato un anno "drammatico" per i ghiacci lombardi e per tutti quelli dell'arco alpino. "L'estate scorsa – precisa Smiraglia – per descrivere la situazione dei ghiacciai ho sentito usare termini come ‘anno terribile' o la ‘catastrofe dei ghiacciai'. Quest'anno speravamo di non poter più usare questi termini, ma purtroppo la situazione finora non è migliorata. Siamo più o meno agli stessi livelli: ancora un'estate drammatica per i ghiacciai anche se con meno continuità di alte temperature in alta quota".

Il ghiacciaio dei Forni, in Valtellina a confronto con l'estate del 1947 e l'estate del 2023
Il ghiacciaio dei Forni, in Valtellina a confronto con l'estate del 1947 e l'estate del 2023

Nei giorni più caldi il ghiacciaio si è abbassato di 7 centimetri

Stando ai primi dati alla mano, nei giorni più caldi lo spessore dei ghiacciai nelle parti più basse del ghiacciaio si è abbassato di 7 centimetri. Per una media estiva di 4-5 centimetri. Questo è quello che i due glaciologi hanno registrato durante il monitorato nella parte bassa del ghiacciaio dei Forni in Valfurva, in alta Valtellina.

Quest'anno il ghiaccio si è sciolto a un ritmo superiore sei volte la media: "Nel senso – continua Scotti – che la riduzione della superficie dei ghiacciai negli ultimi 30 anni è sei più volte più veloce il tasso annuale rispetto agli anni precedenti. In altre parole, questa riduzione è accelerata di sei volte rispetto alla media precedente". Alla fine dell'estate è stato stimato che i ghiacciai avranno una riduzione del ghiaccio fino a sette metri nelle zone più a bassa quota. Lo scorso anno è stato di 8 metri.

Il ghiacciaio dei Forni in Valtellina nel 1929: foto fornita a Fanpage.it dal professore Claudio Smiraglia
Il ghiacciaio dei Forni in Valtellina nel 1929: foto fornita a Fanpage.it dal professore Claudio Smiraglia
Il ghiacciaio dei Forni in Valtellina nel 2014: foto fornita a Fanpage.it dal professore Claudio Smiraglia
Il ghiacciaio dei Forni in Valtellina nel 2014: foto fornita a Fanpage.it dal professore Claudio Smiraglia

"Quest'anno per i ghiacciai – continua Scotti – sarà il secondo anno peggiore, di sicuro nella top 5 degli anni peggiori da quando si fanno misurazioni. Appena poco meno negativo rispetto al 2022, ma dobbiamo tenere in considerazione che lo scorso anno è stato un anno eccezionale. E lo stesso è anche il 2023. I ghiacciai hanno subito molto: questo perché durante l'inverno ha nevicato poco. L'estate poi è stata più calda della media con picchi ad agosto. Con questo clima i ghiacciai perdono metri e metri di spessore".

E poi entra nel dettaglio: "In media negli ultimi anni la ritirata della lingua del ghiacciaio dei Forni era di 4-5 metri. L'anno scorso abbiamo sfiorato gli 8 metri. Quest'anno sfioreremo i 7. Parliamo di tutti i ghiacciai delle Alpi: tutti più o meno soffrono le ondate di calore allo stesso modo. Non ci sono differenze enormi". I dati definitivi arriveranno a fine estate quando verranno analizzate tutte le misurazioni estive dei ghiacciai lombardi.

Perché sarà sempre più difficile raggiungere un ghiacciaio

"Quello che mi ha stupito quest'anno – spiega Smiraglia – è che raggiungere il ghiacciaio dei Forni è stato molto più difficile. Fino allo scorso anno l'accesso al ghiacciaio dei Forni era relativamente facile: ci si avvicinava attraverso i ponti tibetani del rifugio Branca e si attraversava poi un torrente senza grossi problemi. Quest'anno l'accesso al ghiacciaio in alcune zone era molto pericoloso".

"Abbiamo quindi dovuto cercare alternative, arrampicandoci anche su rocce non semplicissime per metter piede sul ghiacciaio. Questo per dire che sta cambiando proprio l'accesso all'alta montagna. In generale, chi si vuole avvicinare deve sapere che l'alta montagna sta diventando più rischiosa. Ci vuole molta più attenzione rispetto agli scorsi anni".

Ma perché i ghiacciai diventano meno accessibili? "Questo avviene perché è la forma dei ghiacciai li rende meno accessibili. Colpa anche dei crepacci: decenni fa i crepacci circolari erano quasi inesistenti sulle Alpi, oggi invece sono comunissimi e richiedono molta attenzione, perché sotto si forma un torrente con una portata d'acqua enorme. Ciò lascia spazio a possibili crolli pericolosissimi".

"A rendere meno accessibili i ghiacciai è anche la presenza di molta acqua sui lati. Quindi superare questi torrenti glaciali è molto più difficile. E ancora: quando il ghiacciaio si ritira lascia scoperto detriti e rocce spesso anche verticali e pericolosi. Come è successo, ad esempio sul ghiacciaio dei Forni".

La speranza è che non ci siano più anni eccezionali, ma le estati – secondo gli esperti – saranno sempre più calde. Come fare quindi a prevenire questa sempre più veloce agonia? Selfie e post su Instagram di certo non sono la soluzione.

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