Quanto ancora bisognerà aspettare per capire se Diana Pifferi sia stata drogata prima di morire di stenti
Non si hanno ancora i risultati dell'autopsia e degli esami tossicologici svolti sul biberon della piccola Diana, la bimba morta di stenti in una casa di Milano. I medici legali hanno infatti chiesto altri trenta giorni di tempo per depositare gli esiti. A essere stata arrestata per la sua morte è Alessia Pifferi: la donna, che ha lasciato la piccola solo in casa per sei giorni, si trova in carcere dal 21 luglio.
Chiesto un altro mese di tempo
Pifferi deve rispondere dell'accusa di omicidio volontario: in quei sei giorni si trovava con il compagno a Bergamo e aveva raccontato di aver lasciato la figlia con la sorella. La Procura di Milano aveva incaricato un anatomopatologo e un altro medico per gli esami tossicologici sul corpo della bimba: entrambi hanno chiesto un altro mese di tempo per completare le loro relazioni.
Le analisi anche sul beccuccio del biberon
Adesso bisognerà aspettare fine ottobre. Attraverso questi risultati, si potrà capire se la donna possa aver fatto assumere farmaci alla figlia. In questo caso, la sua posizione si aggraverebbe ulteriormente. Il 28 settembre il giudice per le indagini preliminari di Milano, Fabrizio Filice, conferirà l'incarico ai medici per gli accertamenti tecnici, biologici e chimico – forense, sul biberon e altro materiale sequestrato.
In particolare modo, se nel latte – che era stato lasciato accanto al lettino dove è stato trovato il corpo della piccola – ci fosse tranquillante. Oltre al contenuto, gli esami – che si svolgeranno con l'incidente probatorio – riguarderanno il beccuccio del biberon e la boccetta di En trovata in cucina e che la donna ha sempre riferito essere di un ex compagno.