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“Quando veniva da me non portava mai Diana”, la rivelazione del compagno di Alessia Pifferi

Alessia Pifferi, mentre la figlia Diana stava morendo di stenti chiusa dentro un appartamento a Milano, si trovava dal compagno nella Bergamasca. “Mi ha sempre mentito, e non portava mai la figlia da me”, ha detto l’uomo durante l’interrogatorio.
A cura di Francesca Del Boca
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Alessia e Diana Pifferi
Alessia e Diana Pifferi
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"Mi ha sempre mentito. Alessia non mi ha mai detto che stava aspettando una bambina, l'ho scoperto il giorno in cui ha partorito. A casa mia".

Parla per la prima volta il compagno di Alessia Pifferi, la madre che a metà luglio ha abbandonato la figlia di 18 mesi in casa a Milano per una settimana, lasciandola morire di stenti. In quei giorni la donna si trovava proprio dall'uomo con cui da qualche mese aveva una relazione, il 58enne di Leffe (Bergamo) che nei giorni scorsi è stato ascoltato dagli inquirenti.

Così l'uomo, di fronte ai poliziotti, ha confermato la crudele verità. "Quando veniva qui da me Alessia era sempre sola, senza Diana. Premetto che a me avrebbe fatto piacere vederla, ma lei diceva che almeno così respirava un po'".

Una relazione con alti e bassi

Alessia e il compagno, stando alla ricostruzione fatta dall'uomo durante l'interrogatorio, si sono conosciuti su un sito di incontri. La relazione tra di loro inizia nell'agosto del 2020, "con alti e bassi". Tra cui la gravidanza a sorpresa della 37enne, incinta di un altro uomo.

"Avevo il sospetto che fosse incinta, data l'assenza del ciclo mestruale e la pancia che aumentava sempre più". Lei nega sempre, per timore che quella relazione finisca. Finché negare diventa impossibile e Diana viene al mondo proprio dentro l'appartamento del compagno a Leffe, sul pavimento del bagno. "Mi ha detto che nemmeno lei sapeva di essere incinta. Non so chi sia il padre". I due si dividono per un po', ma poi riprendono a frequentarsi.

Le bugie su Diana

L'uomo, spesso a Milano per lavoro, va a trovare Alessia e la sua piccola nella casa di Ponte Lambro, periferia est della città. Il contrario non avviene mai: quando Alessia va nella Bergamasca da lui, è sempre da sola. Anche quel terribile 14 luglio, il primo giorno della lunga agonia di Diana.

"Mi aveva detto che la bambina era con la sorella", ripete ossessivamente l'uomo agli inquirenti. La versione, del resto, era sempre quella: "Mi diceva che era con la sorella, o con la baby-sitter". Tant'è che quando gli viene chiesto se abbia assistito a telefonate tra Alessia e la sorella o la fantomatica baby-sitter, il 58enne non ha dubbi. "No, mai". Poi chiosa, ancora incredulo. "Non riesco davvero a capire come sia potuto accadere. Mi aveva detto che la bambina era con la sorella".

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