Quando si può chiedere un risarcimento al Comune di Milano per danni causati dalle buche: parla l’esperto
A Milano è emergenza buche. La pioggia caduta negli ultimi giorni sulla città ha messo in evidenza lo stato di salute delle strade meneghine. Solo nell'ultima settimana di febbraio, Palazzo Marino ha ricevuto 550 segnalazioni (arrivate tramite mail all'ufficio reclami e direttamente alla polizia locale) alle quali ha iniziato a rispondere rattoppando le ferite più gravi del manto stradale, come quelle di via Pacini e viale Marche. Le voragini che si sono aperte, però, non devono essere sottovalutate. Le conseguenze della mancata manutenzione stradale, infatti, possono portare al danneggiamento delle vetture e, nei casi più gravi, a incidenti potenzialmente mortali.
Come ha spiegato a Fanpage.it l'avvocato Alessandro Minin, responsabile del dipartimento di responsabilità civile e infortunistica stradale di A.L. Assistenza Legale, il Comune è custode delle strade del suo territorio e, stando all'articolo 2051 del codice civile, "ciascuno è responsabile del danno cagionato dalle cose che ha in custodia, salvo che provi il caso fortuito". Quindi, afferma il legale, la "responsabilità del Comune per mancanza di manutenzione è oggettiva. Il cittadino può chiedere il risarcimento del danno e, in casi dove il problema è sistematico, anche le figure politiche della pubblica amministrazione sono ritenute responsabili".
Facciamo chiarezza una volta per tutte: se un cittadino passando sopra una di queste buche danneggia la propria auto, può chiedere al Comune il risarcimento del danno?
Certamente può chiedere un risarcimento del danno e il Comune sarà tenuto a risarcirlo salvo che non ricorra un comportamento del danneggiato che è causa esclusiva dell'evento.
Quindi, per esempio, se l'auto subisce danni perché viaggia a una velocità superiore al consentito, quando invece se avesse rispettato i limiti non avrebbe avuto conseguenze, non ha diritto al risarcimento.
Esatto, questo è il meccanismo. Il Comune è sempre responsabile salvo che non ci sia un'ipotesi di caso fortuito che può essere integrato anche dalla condotta del danneggiato. Bisogna, quindi, vedere se la condotta del danneggiato è causa esclusiva. Nel tempo la giurisprudenza ha creato una figura, che è quella dell'insidia o del trabocchetto, per riconoscere questa responsabilità. Cioè si viene danneggiati perché è insidioso il manto stradale e questo prende di sorpresa le persone che quindi hanno diritto a un risarcimento.
Se un motociclista, o un ciclista, prende una buca, cade e finisce anche investito da un'altra auto, cosa succede?
Non c'è differenza rispetto alla responsabilità del Comune tra danni materiali e danni fisici. Quindi il meccanismo è lo stesso sia che si tratti di un cerchione rotto o che qualcuno va a terra e si fa male. Che sia in bici, che sia in moto o che sia a piedi, non cambia niente. Anche se prendendo la buca l'auto devia, va contro un palo e chi è all'interno si fa male, è chiaro che i danni sono coperti tutti.
Il ruolo dell'altro conducente nell'ipotesi in cui si venga a creare una situazione in cui c'è un danno a una persona che si origina dalla buca e che poi prosegue e si aggrava con la condotta di un terzo. Questo è uno di quei casi nei quali si può andare a processo rinvenendo tra le cause del danno ultimo sia la buca sia l'altro veicolo. Quindi se qualcuno muore perché viene investito da una macchina che lo segue e questo qualcuno era caduto perché c'era una buca, il pubblico ministero che indaga sulla questione cercherà di coinvolgere tanto il Comune tanto la persona che oggettivamente l'ha poi investito per capire dov'è la maggiore responsabilità. Ai sensi del processo penale, non c'è differenza tra le due cause: il Comune rischia esattamente come il conducente.
Dopodiché ci sono casi in cui la giurisprudenza dice che non è dovuto un risarcimento perché, per esempio, una persona abitava in prossimità del luogo e, quindi, il comportamento colposo di questa persona va a influir sulla vicenda fino a escludere il risarcimento del danno.
Questo vuol dire che se la persona è consapevole della presenza della buca, è sua responsabilità evitarla.
Esattamente. Questa della prossimità è una variabile che può presentarsi anche nel caso in cui la buca si trovi nel percorso casa-lavoro che una persona fa abitualmente. Anche se in questa eventualità bisogna anche capire quando si è formata quella buca.
Grandi Comuni come Milano e Roma hanno migliaia di chilometri lineari di strade da asfaltare. Quindi può essere che ci siano strade asfaltate peggio. Bisogna vedere se il Comune era in condizione di intervenire oppure no. Se non lo ha fatto, bisogna vedere se il danneggiato non ha rispettato quel generale obbligo di prudenza previsto dall'ordinamento. In generale, si può dire che è una responsabilità oggettiva e che quindi sarà il Comune a doversi difendere, e non il contrario.
Tornando al discorso della pioggia che apre nuove buche. Anche in questo caso vale il discorso per il quale il Comune potrebbe non aver avuto tempo per intervenire o si tratta comunque di una manutenzione ordinaria per troppo tempo ignorata?
La questione verrà indagata con un'attenzione tanto più diretta quanto più gradi sono state le conseguenze. Se qualcuno perde la vita, si indagherà su chi era tenuto e quando sarebbe stato tenuto a fare delle cose che non ha fatto, compresa la manutenzione ordinaria.
La norma avvantaggia il danneggiato per ottenere il risarcimento, ma ci sono state tante interpretazione che lo escludevano. Può verificarsi, infatti, una condotta colposa talmente abnorme che il nesso di causa tra la mancata manutenzione e il danno.