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Lo Stato non paga i debiti di un bene sequestrato alla mafia, ci rimettono gli inquilini perbene

A Seregno (Monza e Brianza) un condominio confiscato alla mafia è stato occupato da abusivi e gli inquilini regolari devono pagare i debiti dello Stato.
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I condomini di via delle Grigne
I condomini di via delle Grigne

Tra il 2010 e il 2012 cinque condomini comprano casa in un complesso residenziale a Seregno, condominio le Grigne, in provincia di Monza e Brianza, direttamente dal costruttore. Il sogno di una vita, avere una casa di proprietà, si scontra però con una storia di mafia e di incuria da parte dello Stato.

Nel 2014 un'inchiesta giudiziaria di mafia coinvolge due soci della società di costruzione, la GDA Case. Gli appartamenti invenduti vengono sequestrati e affidati all'Agenzia nazionale per l'amministrazione e la destinazione dei beni sequestrati e confiscati alla criminalità organizzata (Anbsc), mentre i cinque inquilini, e le loro famiglie, continuano a vivere in via delle Grigne, ignari di quello che sta per succedere.

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Abusivi occupano un bene dello Stato

Mentre l'inchiesta va avanti, alcuni abusivi occupano gli appartamenti che lo Stato, attraverso l'agenzia, dovrebbe custodire e sfruttare al meglio: così negli anni si accumulano debiti per le spese condominiali che saliranno a più di 50mila euro. I fornitori dei servizi, dalla luce al riscaldamento, esigono di essere pagati e i regolari, come il signor Ermanno Minotti, anticipano di tasca loro migliaia di euro per tenere il condominio in vita.

Presto però le spese si fanno insostenibili e i regolari decidono di rinunciare ad alcuni servizi indispensabili, come l'ascensore, la caldaia centralizzata e le pulizie. Nel 2017 l'agenzia chiede agli abusivi di lasciare gli appartamenti occupati, ma la richiesta rimane inapplicata e ci vogliono quattro anni prima che le forze dell'ordine li mandino via.

Nel frattempo, il condominio cade lentamente in disgrazia, perché tutti i lavori di manutenzione, pensati per 15 inquilini, dovrebbero essere pagati adesso dai proprietari dei cinque appartamenti.

Se lo Stato non paga

Quando i regolari chiedono spiegazioni allo Stato, all'agenzia dei beni confiscati e al curatore, ricevano una risposta negativa e così il debito di 50mila euro rimane non saldato. "Ma lo Stato ci aiuta o non ci iuta?", si chiede il signor Minotti.

"È vero che hanno fatto azioni nei confronti della mafia, ma per quale motivo gli unici che ci stanno rimettendo siamo noi cittadini che non c'entriamo niente?" aggiunge mentre ci porta in visita nei garage del condominio dove alcuni box sono stati utilizzati dagli abusivi come deposito per materiale di rimessa, scarti di carpenteria e rifiuti.

"Da Roma – continua Minotti – hanno detto che non vogliono pagare le spese che riguardano gli appartamenti confiscati" che nel frattempo sono passati al comune di Seregno, nonostante il debito che grava su via delle Grigne.

Abbiamo chiesto all'Agenzia dei beni sequestrati come è stato possibile che un bene tolto alla mafia sia stato occupato per anni da abusivi e perché cittadini perbene, che hanno speso i loro risparmi per comprare casa, debbano pagare debiti che non sono di loro competenza. Dopo una settimana dalla PEC inviata all'agenzia, e una prima risposta in cui ci assicuravano una replica, non c'è stato seguito.

Il signor Minotti, e gli altri condomini che ci hanno contattato, si è sentito tradito dallo Stato: "Noi siamo stati abbandonati, siamo gli unici che subiscono danni, gli abusivi hanno vissuto senza pagare, lo Stato non ha sopperito alle spese di sua competenza, se non in minima parte, l'antimafia sta facendo più danni rispetto alla mafia, per quale motivo dovremmo pagare delle spese che non sono di nostra competenza per una mancata diligenza da parte di organi dello Stato?".

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