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Qualità della vita 2024, perché Bergamo è al primo posto in classifica e Milano perde posizioni

Torna come ogni anno la classifica del Sole 24 Ore sulle migliori province italiane per qualità della vita. Bergamo al primo posto, trainata dalla crescita di natalità, sicurezza e sportività. Milano invece perde 4 posizioni. Male su sicurezza e inquinamento.
A cura di Alice De Luca
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Foto da LaPresse
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Bergamo è la città migliore in cui vivere tra le 107 province italiane. A dirlo è la classifica sulla qualità della vita stilata, come ogni anno, dal quotidiano "Il Sole 24 ore". Milano invece scende di quattro posizioni nel ranking totale e dall'8° posto del 2023 scivola quest'anno al 12°.

Le città del nord dominano la top ten: sul podio, dopo Bergamo, ci sono Trento e Bolzano, seguite da Monza, Cremona, Udine, Verona, Vicenza e Bologna. Si comincia a discendere la penisola solo con Ascoli Piceno, al 10° posto.

Perché Bergamo è la città migliore in cui vivere secondo la classifica

Le vittorie di Sofia Goggia, i gol dell'Atalanta e ora anche il primo posto nella classifica delle migliori città in cui vivere: quest'anno Bergamo è una città da primati. Una scalata vertiginosa se si considera che l'anno scorso si trovava al quinto posto e che questo oro è la prima medaglia sul podio dal 1990.

A trainare l'ascesa è stata una serie di fattori: primo fra tutti l'indicatore relativo alla demografia e alla società, con un tasso di natalità cresciuto del 3% rispetto all'anno scorso. Migliora anche l'indice di giustizia e sicurezza, così come quello della cultura e del tempo libero. Bergamo, in particolare è al primo posto anche per la sportività, che valuta parametri come la qualità delle strutture sportive, i tesseramenti, gli eventi, i risultati degli atleti e gli investimenti.

Perché Milano è scesa di quattro posizioni

Nel resoconto degli indicatori relativi a Milano, un dato salta subito all'occhio: il capoluogo lombardo è la provincia italiana che nel 2023 ha registrato più denunce in relazione al numero di abitanti e i delitti commessi nello stesso anno sono aumentati del 4,9% rispetto al 2019, anno precovid.

Un altro punto critico riguarda l'indice della ricchezza e consumi, che ha registrato un tracollo tra il 2022 e il 2023: Milano è la città peggiore in termini di disuguaglianza maggiore tra la fascia di reddito netto più alta e quella più bassa. Arranca anche sulle case: il capoluogo è una delle province in cui i prezzi per gli acquisti o per gli affitti di alloggi incidono maggiormente sullo stipendio.

Male anche sull'inquinamento: i dati del 2022 collocano Milano al penultimo posto dopo Torino per concentrazione media di pm10. La presenza dell'inquinante è cresciuta in un anno, tra il 2023 e il 2024, del 148,3%.

Le medaglie d'oro di Milano

Vivere a Milano, però, ha anche i suoi lati positivi. Soprattutto in relazione all'indice degli affari e lavoro, rispetto al quale la città si colloca al primo posto. Nello specifico, il capoluogo è medaglia d'argento per il numero di startup innovative (dopo Trieste) e medaglia di bronzo per presenza di laureati tra i 25 e i 39 anni, dopo Monza e Bologna.

Milano poi è la seconda provincia per numero di donne laureate e nella top ten per tasso di occupazione femminile (+2,3% nel 2024 rispetto al 2023), anche se nella classifica generale sulla qualità della vita delle donne, la città si ferma al 26° posto, quindi lontana dalla vetta, dominata da Firenze.

Anche a Milano, infine, nel 2024 sono aumentate le nascite, con una variazione del +2,9% rispetto all'anno scorso sul tasso di natalità.

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