Perchè Attilio Fontana è indagato nell’inchiesta sul Covid a Bergamo
Il Presidente di Regione Lombardia Attilio Fontana è tra i 19 indagati nell'inchiesta della Procura di Bergamo sulle morti Covid avvenute nel 2020 e nei primi mesi della pandemia. Con lui, ci sono l'ex assessore al Welfare di Regione Giulio Gallera, l'ex presidente del Consiglio Giuseppe Conte e l'ex ministro della Salute Roberto Speranza.
Nelle 35 pagine di avviso di conclusione delle indagini, i magistrati hanno elencato le accuse che riguardano il Governatore lombardo. Fontana è indagato perché "in cooperazione colposa con gli indagati e con Conte Giuseppe" e in qualità "di Presidente della Regione Lombardia" avrebbe omesso di adottare misure di contenimento e gestione "adeguate e proporzionate all'evolversi della situazione".
La mancata zona rossa
In queste sono incluse, in particolare, le disposizioni che avrebbero portato "all'istituzione di una zona rossa nei comuni della Val Seriana, inclusi i comuni di Alzano Lombardo e Nembro, nonostante avesse piena consapevolezza "della circostanza che l'indicatore R0 avesse raggiunto valore pari a 2 e che nelle zone ad alta incidenza del contagio, gli ospedali erano già in grave difficoltà per il numero dei casi registrati e per il numero dei contagi tra il personale sanitario".
Gli inquirenti hanno fatto riferimento anche ad alcune mail (una del 27 febbraio e una del 28 febbraio indirizzate al Presidente del Consiglio) con le quali avrebbe chiesto "il sostanziale mantenimento delle misure di contenimento già vigenti in Regione Lombardia, non segnalando alcuna criticità relativa alla diffusione del contagio nei Comuni della Val Seriana, inclusi i comuni di Alzano Lombardo e Nembro".
Questo significa che non avrebbe chiesto "ulteriori e più stringenti misure di contenimento, nonostante avesse piena consapevolezza della circostanza che l’indicatore R0 avesse raggiunto valore pari a 2, e che nelle zone ad alta incidenza del contagio, gli ospedali erano già in grave difficoltà per il numero dei casi registrati e per il numero dei contagi tra il personale sanitario".
E in questo modo, secondo gli inquirenti, si sarebbe diffusa l'epidemia in Val Seriana "mediante un incremento stimato non inferiore al contagio di 4148 persone, pari al numero dei decessi in meno che si sarebbero verificati in provincia di Bergamo, di cui 55 nel comune di Alzano Lombardo e 108 nel comune di Nembro rispetto all’eccesso di mortalità registrato in quel periodo, ove fosse stata estesa la zona rossa a partire dal 27 febbraio".
A lui è riconosciuta "l’aggravante di aver cagionato la morte di più persone".
Le parole di Fontana
In queste ultime ore, il Governatore ha commentato la notizia di chiusura delle indagini: "È una vergogna che credo debba essere valutata da chi di dovere". Fontana, così come ha spiegato il suo avvocato Jacopo Pensa, era stato sentito "come persona informata sui fatti". Non ci sarebbe stato alcun segnale "di partecipare al banchetto degli indagati".
Il Governatore avrebbe poi affermato che "quando si tratta di una emergenza pandemica la competenza è esclusiva dello Stato secondo la Costituzione" per poi ricordare che "la stessa ministra Lamorgese aveva mandato una direttiva dicendo guai a voi se vorrete sovrapporvi con iniziative relative alle cosiddette chiusure delle zone rosse".
Di parere diverso, la Procura. Il Procuratore Antonio Chiappani ha infatti spiegato che "in caso di urgenza c’era la possibilità sia a livello regionale che a livello locale, di fare atti contingibili d’urgenza, cioè chiudere determinate zone".