Quale condanna avrebbe Alessia Pifferi in base all’esito della perizia psichiatrica: i vari scenari
Ha suscitato non poche polemiche (tra cui la netta opposizione della parte civile e della Procura) la perizia psichiatrica disposta dalla Corte d'Assise nei confronti di Alessia Pifferi, la 38enne di Milano che nel luglio 2022 ha abbandonato la figlia per sei giorni a casa da sola, lasciandola morire di stenti.
"Non ci sto ad essere preso in giro, la signora non ha alcun problema mentale e ha avuto un atteggiamento scellerato nei confronti della figlia", ha dichiarato il pm Francesco De Tommasi. "Non ha mai avuto problemi psichiatrici", la tesi dell'avvocato che rappresenta la madre e la sorella della donna, ora accusata di omicidio volontario aggravato. Ma la Corte, adesso, ha deciso: la perizia richiesta dalla difesa deve essere svolta da un perito superpartes.
Che condanna potrà dunque avere Alessia Pifferi, a seconda dell'esito di questo accertamento clinico?
Intanto, cos'è una perizia psichiatrica? Cosa serve ai fini processuali?
Il giudice, quando ritiene che vi sia necessità di acquisire una valutazione tecnica o scientifica, ha facoltà di richiedere l'intervento di un perito selezionato da un apposito albo. Lo può fare ad esempio quando, come in questo caso, vi siano tesi contrapposte tra i consulenti tecnici di accusa e difesa.
La perizia psichiatrica, nello specifico, serve ad accertare la capacità di intendere e di volere dell'imputato al momento in cui è stato commesso il fatto, cioè se il soggetto ha capacità di comprendere il significato, il valore e la portata delle azioni che ha compiuto. In questo caso, la perizia servirà anche ad attestare una sua eventuale pericolosità sociale.
Quali possono essere gli esiti della perizia psichiatrica?
Ci troviamo davanti tre scenari possibili: l'incapacità totale di intendere e di volere; la semi-infermità mentale, ossia una capacità parziale; la piena capacità di intendere e di volere. Inoltre può essere accertata, come dicevo, anche un'eventuale pericolosità sociale dell'imputato.
Quale può essere la condanna di Alessia Pifferi, accusata di omicidio per la morte della figlia, a seconda dell'esito?
Nel primo caso, la perizia potrebbe arrivare alla conclusione che la signora Pifferi sia totalmente incapace di intendere e di volere: per lei non sarebbe prevista nessuna pena. Chi non è in grado di comprendere il significato delle proprie azioni, per il nostro ordinamento, non è imputabile e quindi non può essere punito.
E nel secondo caso, ovvero se le fosse riconosciuta la semi-infermità mentale?
Con il vizio parziale di mente la capacità di intendere e di volere non è assente ma diminuita. Per intenderci, il soggetto potrebbe capire che le sue azioni sono nocive ma non essere in grado di valutarne fino in fondo le conseguenze, oppure potrebbe non essere capace di controllare i suoi impulsi. In questo caso non viene esclusa la responsabilità dell'imputata, ma la pena è ridotta di un terzo.
Con la semi-infermità non potrebbe essere quindi riconosciuto l'ergastolo?
Alessia Pifferi potrebbe essere condannata all'ergastolo solo in presenza dell'aggravante della premeditazione, che può essere riconosciuta anche in caso di vizio parziale di mente. Unica eccezione: se venisse accertato che i propositi delittuosi sono legati alla patologia psichica.
E nel terzo scenario, la piena capacità di intendere e di volere?
In questo caso l'imputata verrebbe punita pianamente, senza sconti. Otterrebbe una condanna praticamente certa per omicidio e quindi l'ergastolo se il giudice dovesse ritenere fondata l'aggravante della premeditazione.
Se venisse anche riconosciuta la pericolosità sociale?
Se Pifferi fosse ritenuta pericolosa per la società, ovvero incline a commettere reati, le sarebbero applicate le misure di sicurezza e in particolare la detenzione in una Rems. Le misure di sicurezza comunque non sono pene, ma strumenti di difesa sociale.
Il ritardo mentale accertato dalle psicologhe di San Vittore comporta di per sé l'incapacità di intendere e di volere?
No, non è automatico. Il soggetto può avere sì un ritardo mentale, ma allo stesso tempo essere in grado di comprendere che lasciare per giorni una bambina di 18 mesi senza cibo può avere conseguenze molto serie.
Potrebbe essere questo il caso?
Non sono in grado di rispondere. Osservo soltanto che un ritardo mentale così significativo sarebbe già emerso in precedenza, anche solo in fase di interrogatorio… vedremo.
Una delle critiche che vengono mosse verso questa perizia è che sia stata fatta in ritardo. In un anno, secondo queste accuse, accadono tante cose: l'esperienza del carcere, gli interrogatori, i colloqui con le psicologhe…
Non sono d'accordo. La perizia psichiatrica è volta proprio a ricostruire tutte le condizioni sussistenti al momento in cui il soggetto ha compiuto il reato, a mettere insieme i pezzi del contesto.