“Qua i napoletani non li vogliamo”, il capo ultras dell’Inter picchia un ambulante
"Qua i napoletani non li vogliamo". E il capo ultras della curva dell'Inter si scaglia con violenza cieca contro un ambulante che vende fotografie di calciatori e altri gadget sportivi fuori dal Meazza, rompendogli una gamba a calci. La sua unica colpa, l'accento campano. Per questa aggressione Andrea Beretta, 47 anni, è stato arrestato con l'accusa di lesioni personali e violenza aggravata. Domani verrà interrogato.
L'aggressione senza senso
Un assalto senza senso, nato dal nulla. È un giorno di febbraio, quello dell'ottavo di Champions League Inter-Liverpool. Il gruppetto capeggiato da Beretta è al bar davanti a San Siro, storico ritrovo nella Nord. Alle loro orecchie arriva la voce dell'ambulante, in lontananza. Promuove la sua merce, gadget sportivi e foto di calciatori. E Andrea Beretta non ci vede più.
In un attimo scatta e punta l'uomo. "Siamo della curva Nord, qua i napoletani non li vogliamo". Mentre uno del branco lo immobilizza, il capo ultras inizia a colpirlo con schiaffi e pugni. Poi gli sferra un calcio alla gamba sinistra, rompendogli il perone. Beretta non demorde neanche quando l'ambulante si accascia a terra, in preda al dolore e a un attacco d'asma. Anzi.
"Mi hanno circondato in quattro o cinque", ha riportato la vittima nella denuncia. "Per farli smettere, e avvertendo il sopraggiungere di una crisi respiratoria, ho mostrato l'erogatore del Ventolin. Ma Beretta me l'ha strappato di mano, scagliandolo con violenza a terra e dicendo: che mi interessa, ti ammazziamo". Dei tifosi di passaggio chiamano i soccorsi. All'uomo vengono diagnosticati un trauma cranico, contusioni e abrasioni, fratture.
I precedenti del capo ultras
Non è certo la prima volta per il leader della Nord nerazzurra, già gravato da numerosi Daspo per disordini durante le partite. Nel 2015, insieme a un altro tifoso, era stato condannato a un anno e 4 mesi di reclusione per un'analoga aggressione, avvenuta in corso Como. Stavolta era toccato a un immigrato del Ghana, picchiato con un bastone, accoltellato e insultato.
Ai due ultras, identificati grazie alle telecamere, la Procura aveva contestato i reati di lesioni gravissime e porto abusivo del coltello, con l'aggravante dell'aver commesso il fatto "con armi e per finalità di discriminazione e odio etnico, nazionale e razziale".