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Arresto di Franco Terlizzi, pugile ed ex naufrago

Proposto a Franco Terlizzi un nuovo reality: “Alla tv avrebbe preferito gli affari della ‘ndrangheta”

All’ex pugile Franco Terlizzi era stata riproposta ancora la sua partecipazione all’Isola dei Famosi. Proposta che aveva rifiutato per seguire la sua carrozzeria, che gestiva insieme a un importante boss di ‘ndrangheta.
A cura di Giorgia Venturini
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Gli era stato proposto di ritornare all'Isola dei Famosi come concorrente ma l'ex pugile Franco Terlizzi aveva rinunciato perché "la sua carrozzeria stava andando bene". Quella stessa carrozzeria – la Nuova Milano di via Cimabue a Cormano – che nella mattinata di oggi la Guardia di Finanza di Milano ha messo sotto un sequestro preventivo: sulla carta titolare dell'attività è proprio Terlizzi, ma l'ex personaggio tv non era altro che il prestanome di Davide Flachi, referente della famiglia di ‘ndrangheta del quartiere di Bruzzano e Comasina.

La proposta di tornare ancora concorrente dell'Isola dei Famosi

Secondo quanto precisano gli investigatori e inquirenti Terlizzi avrebbe ricevuto nuovamente la proposta di partecipare all'Isola dei Famosi. Proposta che però aveva rifiutato perché non voleva lasciare la sua carrozzeria i cui affari stavano decollano. A gestirli con lui c'era la famiglia Flachi, di fatto vera proprietaria dell'attività: "Se tu sei in piedi è grazie a me ma lo vuoi capire?", si sente in un'intercettazione ambientale rilevata dalle Fiamme Gialle tra Davide Flachi e Terlizzi. Sempre quanto emerso dalle indagini delle Fiamme Gialle di Milano, in collaborazioni con i colleghi di Pavia, la carrozzeria era stata aperta con almeno 100 milioni di euro e gli affari stavano sempre andando meglio. Tutto però non per vie legali.

La truffa dei finti incidenti

I conti a fine mese erano "arrotondati" da falsi incidenti e falsi risarcimenti: il gruppo guidato dai Flachi organizzavano finti incidenti per poi riparare le auto e guadagnare sui risarcimenti. Quanto hanno guadagnato da questa truffa è ancora in fase di accertamento. Gli affari venivano anche gestiti durante pranzi e riunioni in vari locali: "Ai tre scugnizzi" di via Margaria a Niguarda, al centro commerciale Metropoli, al bar Madama cafè di vicolo dalla Chiesa a Bresso e all’Officina della birra di Bresso. E ancora: le indagini hanno permesso di risalire alle rotte degli stupefacenti e al mercato illegale di armi. In alcuni messaggi del 2021 tra Flachi e un componente del gruppo il boss aveva precisato: le armi "me le porta un mio amico slavo. Questo ci porta tutto quello che vogliamo, è un amico di mio padre".

In tutto 13 persone fermate

Ora l'ex pugile è finito nell'operazione coordinata dalla Direzione Distrettuale Antimafia con l'accusa di prestanome. In tutto i fermati dai Nuclei di Polizia Economico-Finanziaria della Guardia di Finanza di Milano e Pavia sono 13, tra cui anche un ex appartenente all’Arma dei carabinieri accusato di aiutare la banda nella formalizzazione delle denunce di finti incidenti automobilistici. Sotto sequestro invece è finita la carrozzeria di Terlizzi e un negozio di articoli sportivi anche questo aperto con la complicità di un prestanome.

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