Proposto a Franco Terlizzi un nuovo reality: “Alla tv avrebbe preferito gli affari della ‘ndrangheta”
![Immagine](https://staticfanpage.akamaized.net/wp-content/uploads/sites/29/2022/09/Franco-Terlizzi-1200x675.jpg)
Gli era stato proposto di ritornare all'Isola dei Famosi come concorrente ma l'ex pugile Franco Terlizzi aveva rinunciato perché "la sua carrozzeria stava andando bene". Quella stessa carrozzeria – la Nuova Milano di via Cimabue a Cormano – che nella mattinata di oggi la Guardia di Finanza di Milano ha messo sotto un sequestro preventivo: sulla carta titolare dell'attività è proprio Terlizzi, ma l'ex personaggio tv non era altro che il prestanome di Davide Flachi, referente della famiglia di ‘ndrangheta del quartiere di Bruzzano e Comasina.
La proposta di tornare ancora concorrente dell'Isola dei Famosi
Secondo quanto precisano gli investigatori e inquirenti Terlizzi avrebbe ricevuto nuovamente la proposta di partecipare all'Isola dei Famosi. Proposta che però aveva rifiutato perché non voleva lasciare la sua carrozzeria i cui affari stavano decollano. A gestirli con lui c'era la famiglia Flachi, di fatto vera proprietaria dell'attività: "Se tu sei in piedi è grazie a me ma lo vuoi capire?", si sente in un'intercettazione ambientale rilevata dalle Fiamme Gialle tra Davide Flachi e Terlizzi. Sempre quanto emerso dalle indagini delle Fiamme Gialle di Milano, in collaborazioni con i colleghi di Pavia, la carrozzeria era stata aperta con almeno 100 milioni di euro e gli affari stavano sempre andando meglio. Tutto però non per vie legali.
La truffa dei finti incidenti
I conti a fine mese erano "arrotondati" da falsi incidenti e falsi risarcimenti: il gruppo guidato dai Flachi organizzavano finti incidenti per poi riparare le auto e guadagnare sui risarcimenti. Quanto hanno guadagnato da questa truffa è ancora in fase di accertamento. Gli affari venivano anche gestiti durante pranzi e riunioni in vari locali: "Ai tre scugnizzi" di via Margaria a Niguarda, al centro commerciale Metropoli, al bar Madama cafè di vicolo dalla Chiesa a Bresso e all’Officina della birra di Bresso. E ancora: le indagini hanno permesso di risalire alle rotte degli stupefacenti e al mercato illegale di armi. In alcuni messaggi del 2021 tra Flachi e un componente del gruppo il boss aveva precisato: le armi "me le porta un mio amico slavo. Questo ci porta tutto quello che vogliamo, è un amico di mio padre".
In tutto 13 persone fermate
Ora l'ex pugile è finito nell'operazione coordinata dalla Direzione Distrettuale Antimafia con l'accusa di prestanome. In tutto i fermati dai Nuclei di Polizia Economico-Finanziaria della Guardia di Finanza di Milano e Pavia sono 13, tra cui anche un ex appartenente all’Arma dei carabinieri accusato di aiutare la banda nella formalizzazione delle denunce di finti incidenti automobilistici. Sotto sequestro invece è finita la carrozzeria di Terlizzi e un negozio di articoli sportivi anche questo aperto con la complicità di un prestanome.