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“Pronti a colpire a ciabattate la Meloni”: condannato a 5 anni per proselitismo via social a favore dell’Isis

Alaa Refaei, arrestato  il 17 ottobre dello scorso anno con l’accusa di aver fatto “una consapevole e deliberata attività di proselitismo via social a favore dell’Isis”, è stato condannato a cinque anni di reclusione.
A cura di Giorgia Venturini
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Alaa Refaei, 45 anni egiziano con cittadinanza italiana, era stato arrestato  il 17 ottobre dello scorso anno con l'accusa di aver fatto "una consapevole e deliberata attività di proselitismo via social a favore dell'Isis" e di aver finanziato le vedove dei combattenti jihadisti. Ora per lui è arrivata una condanna di cinque anni da parte del giudice per l'udienza preliminare di Milano Tiziana Landoni che ha accolto la richiesta del pubblico ministero Alessandro Gobbis.

Insieme al 45enne era stato arrestato con la stessa accusa il 50enne Mohamed Nosair, con permesso di soggiorno: lui è imputato in processo con rito immediato davanti alla Corte d'Assise di Monza, perché l'imputato era residente a Sesto San Giovanni. Si attende la sentenza di primo grado.

Secondo le indagini della Procura, i due arrestati avrebbero mostrato "aperto sostegno all'Isis, veicolato dalla detenzione e dalla condivisione del materiale propagandistico". Dall'ordinanza del giudice per le indagini preliminari era emerso che Refaei aveva risposto con un commento a un video online nel quale vi era l'immagine della presidente del Consiglio Giorgia Meloni con Silvio Berlusconi. Aveva scritto così: "Sappiamo benissimo come zittirli e fermarli al momento giusto… viviamo con loro da banditi … pronti a colpirli a ciabattate…".

I due arrestati si sarebbero difesi dalle accuse sostenendo di non essere appartenenti all'Isis ma di averne solo "simpatia" nel periodo in cui si combatteva contro Assad in Siria e in Iraq. Precisando anche che nessuno dei due avrebbe mai combattuto o fatto azioni pericolose. I loro avvocati hanno sostenuto in aula che i loro commenti erano "proclami sterili", nulla di più. Ora si attendono le motivazioni della sentenza per Alaa Refaei e poi si deciderà se fare richiesta in Appello.

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