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Profumi, soldi e creme, Alessia Pifferi riceve regali da donne che la vogliono aiutare: “Ne ha bisogno”

Sono decine e decine i regali ricevuti dallo studio legale di Solange Marchignoli, avvocato difensore di Alessia Pifferi, per la sua assistita.
A cura di Filippo M. Capra
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Alessia e Diana Pifferi
Alessia e Diana Pifferi
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Sono decine e decine i regali ricevuti dallo studio legale di Solange Marchignoli, avvocato difensore di Alessia Pifferi, per la sua assistita. La 37enne, reclusa al San Vittore per l'omicidio della figlia Diana, morta di stenti dopo essere stata abbandonata a casa, ha ricevuto doni da tutta Italia. Profumi, creme, balsami, smalti per le unghie, libri sul pensiero positivo, elastici, donazioni in denaro.

Doni in carcere per Alessia Pifferi

I regali da parte di altre donne che solidarizzano con la presunta assassina della bimba, descritta come "sola e spaurita" dai suoi avvocati durante le ospitate televisive, servono nell'intenzione delle donatrici ad aiutarla – per quanto possibile – a stare meglio dietro le sbarre. Nei messaggi pubblicati da Repubblica si legge che una di loro scrive agli avvocati della 37enne dicendo: "Voglio dare una mano anche io non inviando soldi (non mi sembra il caso) ma magari qualcosa che può aiutarla nel quotidiano: una piccola coccola a questa donna confusa e spaurita".

Tutti gli oggetti ricevuti saranno portati alla Pifferi dai suoi avvocati. La Marchignoli ha dichiarato che "non c'è una causa più urgente né più giusta del proteggere Alessia da questa medioevale caccia alle streghe". Secondo l'avvocato, la Pifferi "ha bisogno di aiuto, questo è indubbio. E non mi troverà sorda al suo appello, mai".

Sara Ben Salha: Non è un mostro ed è sola al mondo

Di recente, durante il suo breve soggiorno al San Vittore, Sara Ben Salha, l'esca della faida tra trapper, aveva parlato con la Pifferi dicendo di averla "sentita piangere tutto il giorno, sdraiata in silenzio a guardare il soffitto". Per la Ben Salha, la 37enne che ha abbandonato la figlia di un anno e mezzo a casa per una settimana, provocandone la morte, "non è un mostro ed è sola al mondo, la famiglia le ha voltato le spalle, il compagno è sparito, le altre detenute la odiano".

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