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Processo Pifferi, l’avvocato della famiglia: “Nessun disturbo cognitivo azzera la responsabilità di essere madre”

Durante l’udienza del 13 maggio, Emanuele De Mitri, legale delle parti civili Viviana Pifferi e Maria Assandri, ha chiesto per le sue assistite una provvisionale di 100mila euro per entrambe. Secondo l’avvocato, Alessia Pifferi “sapeva benissimo che abbandonando la bambina ne avrebbe provocato la morte”.
A cura di Enrico Spaccini
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(foto di repertorio)
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"In questo processo c’è soltanto una verità: Alessia Pifferi è colpevole dell’omicidio della piccola Diana". Ha iniziato così il suo intervento in aula Emanuele De Mitri, il legale di Viviana Pifferi e Maria Assandri, ovvero sorella e mamma della donna imputata della morte della figlia di 18 mesi abbandonata sola in casa per 6 giorni nell'estate del 2022. Durante l'udienza di oggi, lunedì 13 maggio, potrebbe arrivare la sentenza con l'avvocata Alessia Pontenani che chiederà l'assoluzione per la sua assistita, mentre la Procura ha già chiesto l'ergastolo. Al termine del suo intervento, De Mitri ha chiesto una provvisionale per le sue assistite pari a 100mila euro ciascuna.

"Pifferi senza la famiglia non si sarebbe potuta nemmeno sposare né avere una"

"Sapeva benissimo che abbandonando la bambina ne avrebbe provocato la morte", ha continuato De Mitri: "Mente al compagno e ai familiari sulla situazione della bambina perché sapeva di metterla a rischio". Dopodiché il legale ha parlato della questione che ha caratterizzato tutto il procedimento giudiziario: l'imputabilità di Alessia Pifferi.

Da un lato, l'avvocata Pontenani e le psicologhe che hanno avuto a che fare con Pifferi sostengono che la donna abbia avuto sin da bambina serie difficoltà che ne hanno compromesso anche il regolare percorso scolastico. Dall'altro, lo psichiatra Elvezio Pirfo, che ha svolto la perizia psichiatrica superpartes, ha dichiarato l'imputata capace di intendere e di volere al momento dei fatti. "Questo non è superabile da nessun problema di apprendimento o disturbo cognitivo", sostiene De Mitri: "Nessun disturbo cognitivo azzera la responsabilità di essere madre".

Nelle scorse udienze, e anche la stessa Pifferi nella sua lettera, si è parlato di un presunto mancato supporto da parte della famiglia nella crescita e nella vita dell'imputata. Secondo De Mitri, sono stati "tentativi meschini di alterare la verità in quest’aula" perché lei avrebbe "dimenticato che senza la famiglia non si sarebbe potuta nemmeno sposare né avere una figlia". Sarebbe stata lei, continua il legale, ad essere "stata presuntuosa" non chiedendo "aiuto alla famiglia. Maria Assandri e Viviana Pifferi erano gli unici punti di riferimento per Alessia e Diana, improvvisamente sono diventate cattive? Non c’è nessuna responsabilità della famiglia".

Le richieste di De Mitri

Quando Pifferi è rimasta incinta della sua bambina, lo avrebbe raccontato solo alla madre, e non alla sorella, "perché aveva paura del suo giudizio". Come ricostruito da De Mitri, però, quando Pifferi "va a vivere da sua madre, che la assiste nel post parto, è proprio la sorella Viviana a sostenerla economicamente. Viviana pensava che Diana fosse un regalo", sostiene l'avvocato"che li avrebbe finalmente aiutati a tenere unita la famiglia, ma così non è stato".

Al termine del suo intervento, De Mitri ha chiesto risarcimento per danno morale per le sue assistite pari a 200mila euro per la madre dell'imputata, Maria Assandri, e 150mila euro per la sorella, Viviana Pifferi, con una provvisionale di 100mila euro per entrambe. "La confessione è avvenuta solo perché non poteva esserci nessun altro colpevole se non lei", ha concluso il legale, "la mia richiesta è una condanna a pena giusta, la famiglia è già stata condannata all’ergastolo".

Ha collaborato Chiara Daffini

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