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Voghera, l'assessore leghista Massimo Adriatici spara e uccide un uomo

Processo Massimo Adriatici, la famiglia di Younes El Boussettaoui rifiuta per la seconda volta il risarcimento

Per la seconda volta, la famiglia di Younes El Boussettaoui ha rifiutato il risarcimento offerto da Massimo Adriatici. L’ex assessore alla Sicurezza di Voghera (Pavia) probabilmente presto dovrà affrontare un nuovo processo per omicidio volontario.
A cura di Enrico Spaccini
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Massimo Adriatici e Younes El Boussettaoui
Massimo Adriatici e Younes El Boussettaoui

L'ex assessore leghista alla Sicurezza del Comune di Voghera (in provincia di Pavia), Massimo Adriatici, ha offerto 220mila euro alla famiglia di Younes El Boussettaoui, il 39enne a cui ha sparato la sera del 20 luglio 2021 uccidendolo. Si tratta del secondo risarcimento proposto da quando è stato avviato l'iter giudiziario e, ancora una volta, è stato respinto. Ora si attende che il procuratore Fabio Napoleone e l’aggiunto Stefano Civardi formulino la richiesta di rinvio a giudizio e che venga fissata la data dell'udienza preliminare. Dopodiché, potrà iniziare il nuovo processo che, con ogni probabilità, vedrà Adriatici imputato di omicidio volontario con dolo eventuale e la famiglia della vittima come parte civile.

Il processo ad Adriatici

Il primo fascicolo d'indagine su quanto accaduto la sera del 20 luglio 2021 in piazza Meardi a Voghera era stato affidato al procuratore Roberto Valli, il quale aveva chiesto il rinvio a giudizio per Adriatici con l'accusa di eccesso colposo di legittima difesa. Secondo il magistrato, l'ormai ex assessore aveva sparato al El Boussettaoui dopo che questo lo aveva colpito facendolo cadere a terra. Lo sparo, dunque, sarebbe stata una reazione all'aggressione.

Il processo che si è svolto davanti al Tribunale di Pavia, però, avrebbe portato alla luce una ricostruzione diversa da quella ipotizzata dalle prime indagini. Per questo motivo, al termine dell'udienza del 6 novembre 2024, la giudice Valentina Nevoso ha deciso di ritrasmettere gli atti in Procura affinché si riqualifichi l'ipotesi di reato in omicidio volontario con dolo eventuale.

"La memoria di Younes non è in vendita"

L'inchiesta è ora passata nelle mani del procuratore Fabio Napoleone e dell’aggiunto Stefano Civardi, che ora dovranno decidere se chiedere il nuovo rinvio a giudizio per Adriatici oppure l'archiviazione dell'indagine. L'ipotesi più probabile è che il processo a carico dell'ex assessore leghista riparta in sede di Corte d'Assise per omicidio volontario. Dunque, poiché la sua posizione rischia di aggravarsi, Adriatici ha provato attraverso un notaio a presentare una nuova offerta di risarcimento alla famiglia della vittima, in questo modo avrebbe ottenuto la revoca della costituzione di parte civile dei familiari che sono rimasti all'interno del processo.

L'offerta prevedeva due assegni da 55mila euro per ciascuno dei genitori e altri cinque da 22mila euro per fratelli e sorelle (la vedova, che vive in Marocco con i due figli, ha già accettato 250mila euro di risarcimento). Nella lettera con cui è stata presentata, è stato specificato che queste somme venivano proposte "senza riconoscimento di responsabilità da parte dell’Adriatici in ordine a quanto accaduto a Voghera il 20 luglio 2021″.

Come accaduto prima dell'inizio del primo processo quando Adriatici ha offerto 290mila euro, anche questa volta la famiglia El Boussettaoui ha rifiutato. "La memoria di Younes non è in vendita", ha dichiarato l'avvocata Debora Piazza, che insieme a Marco Romagnoli rappresenta la parte civile al processo, "non tutto in questa società si può comprare e la dignità delle nostre persone offese è una di queste. I familiari di Younes El Boussettaoui vogliono vederci chiaro, fino in fondo".

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