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Omicidio di Giulia Tramontano

La mamma di Impagnatiello: “Vorrei morire io. Ho perso Giulia, mio nipote Thiago e in modo diverso mio figlio”

“Mi aveva detto che voleva lasciare mio figlio ma anche di non preoccuparmi, perché noi saremmo stati sempre i nonni”, in tribunale la madre di Alessandro Impagnatiello svela cosa le ha detto Giulia Tramontano prima di essere uccisa a coltellate dal suo compagno.
A cura di Giorgia Venturini
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Dopo l'altra donna di Alessandro Impagnatiello e la mamma di Giulia Tramontano, nella terza udienza del processo che vede imputato proprio Impagnatiello ha testimoniato anche la mamma e il fratello del ragazzo. La prima a parlare è la donna, Sabrina Paolis, che racconta subito come aveva conosciuto Giulia, uccisa dal compagno la sera del 27 maggio con 37 coltellate: "Ho conosciuto Giulia al compleanno di mio nipote, tre anni fa, in occasione della festa. Abbiamo preso subito confidenza. Il rapporto tra lei e mio figlio era bello, erano bellissimi da vedere".

Il periodo di armonia è durato poco: "I problemi sono iniziati quando lei è rimasta incinta, perché mio figlio voleva aspettare due anni. Una mattina mi ha chiamato e mi ha detto che lui non voleva tenere il bambino, poi la crisi sembrava essersi risolta. Giulia voleva che Alessandro cambiasse lavoro entro sei mesi, per gli orari e i weekend". Poi in Giulia nascono i primi dubbi sul tradimento del compagno: "Una volta Giulia mi aveva chiamata per dirmi che pensava che lui la tradisse, io ne avevo parlato anche con mio figlio maggiore ma pensavamo fosse solo una sua impressione. A gennaio poi lei mi disse che lui le aveva confessato di avere un'altra. Mio figlio qualche giorno però aveva ritrattato e sembrava che tutto fosse tornato alla tranquillità".

Ma anche in questo caso la serenità durò pochi giorni. La madre di Impagnatiello davanti ai giudici ha raccontato che "Giulia aveva chiamato a casa di mio figlio maggiore. Mi aveva raccontato di essere stata contattata dall'amante di mio figlio Alessandro e mi aveva spiegato cosa le aveva detto. Io sono corsa subito da lei e l'avevo trovata che guardava i video dell'altra donna. Io dicevo all'amante di smetterla, perché Giulia era incinta. Giulia, però, voleva ascoltarla e decise di andare da lei a Milano". A quel punto la mamma di Impagnatiello si era proposta di accompagnarla "ma lei aveva accettato solo il passaggio fino alla metro".

Qui è rimasta ad aspettare Giulia che appena tornata dall'incontro con l'altra donna ha detto a sua suocera: "Aspettati che arriverà un’altra e io le ho risposto: no, un’altra a casa mia non entra più", continua Sabrina Paolis. L'incontro tra le due ragazze era avvenuto il pomeriggio del 27 maggio, poche ore prima l'omicidio.

"Quel pomeriggio avevo invitato Giulia da me a cena, per tranquillizzarla, ma lei voleva preparare la borsa, diceva che ce la poteva fare. Cosa potevo fare io? Mi aveva detto che voleva lasciare mio figlio ma anche di non preoccuparmi, perché noi saremmo stati sempre i nonni. Dopo aver accompagnato a casa Giulia guardavo il cellulare: le avevo chiesto di sentirci dopo cena e mi ha detto che voleva riposare, di stare tranquilla". La donna ha spiegato che quella sera ha continuato a vedere gli accessi su whatsapp e credeva che Giulia fosse andata a dormire alle 22. Non aveva mai sentito il figlio.

La paura e la preoccupazione la mattina successiva crescono anche nella madre di Impagnatiello: "La mattina del 28 maggio avevo mando un messaggio a Giulia con una manina che salutava: dopo alcuni minuti c'era ancora solo una spunta. Nel frattempo mi aveva chiamata la mamma di Giulia, anche lei preoccupata. Temevo che avesse fatto una pazzia, un brutto gesto". Così la donna ha spiegato di essere corsa nella casa della coppia a Senago con suo marito: "Avevo mandato avanti mio marito perché avevo paura di trovare il corpo (nel caso si fosse suicidata). Eravamo scesi anche giù nel box per vedere: la chiave girava ma la porta non si apriva. Quindi non eravamo potuti entrare, della cantina invece non ho neanche la chiave. Mi ero preoccupata ancora di più quando avevo visto la borsa di Giulia a casa. Così ho deciso di andare dai carabinieri".

Dai carabinieri li aveva raggiunti anche Alessandro Impagnatiello che intanto al telefono continuava a ripetere – sempre secondo la deposizione in aula di sua madre – "dov'è Giulia?". Intanto una volta di nuovo nella palazzina della coppia la madre dell'imputato ha raccontato di aver visto sulle scale di casa "delle goccioline di sangue. Avevo chiesto ad Alessandro, che era lì con me, e lui mi aveva risposto che sarà sangue di un insetto. Facendo il gesto con le mani come per dire ‘che schifo'".

"Il giorno dopo ancora Alessandro era venuto a pranzo da me. Parlando con lui, eravamo andati in cerca delle telecamere che avrebbero potuto inquadrare Giulia. Io ero andata con Alessandro a un tabacchi e mio marito da un vicino che aveva telecamera". Le ore successive poi "Alessandro mi aveva mandato un messaggio dicendomi di non dire niente del box. Ho chiesto all’altro mio figlio il motivo e Omar mi ha tranquillizzata dicendomi che lì dentro aveva le piantine di marijuana. Non avevo mai pensato male di mio figlio, mi dispiace dirlo. A maggio avevo detto a mio figlio maggiore che Alessandro lo vedevo diverso, stressato, lui mi aveva detto di non preoccuparmi. Anche Giulia lo diceva. Eppure dieci giorni prima avevamo festeggiato il mio compleanno, era bello vederli insieme".

Poi la donna ha ripensato in aula ai particolari: "Quando i carabinieri avevano detto che c’era odore di benzina sulla macchina di mio figlio, mi sono avvicinata e mi sono accorta che avevano ragione. Su quella macchina anche adesso c'è un debito e chi la vuole comprare la vuole prendere a niente, mio figlio maggiore ora l'ha dovuta intestare alla sua compagna in modo da poterla vendere a un prezzo di mercato". Poi la madre dell'imputato si è lasciata andare alla disperazione della tragica situazione e ha dichiarato: "Vorrei morire io. Ho perso Giulia, mio nipote Thiago e in modo diverso mio figlio".

Ha collaborato Chiara Daffini.

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