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Omicidio di Giulia Tramontano

Processo Impagnatiello, i carabinieri: “Avrebbe preparato il salotto per uccidere Giulia Tramontano”

Stamattina è iniziata la seconda udienza per Alessandro Impagnatiello al Tribunale di Milano: i carabinieri chiamati come teste hanno spiegato i giorni precedenti e quelli successivi alla confessione dell’imputato.
A cura di Francesca Del Boca
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(Realizzato con Giorgia Venturini e Chiara Daffini)

È inizia questa mattina in Tribunale a Milano la seconda udienza per Alessandro Impagnatiello, accusato di aver ucciso a coltellate e poi nascosto il corpo della fidanzata Giulia Tramontano incinta del loro bambino al settimo mese. L'imputato si è presentato in aula oggi lunedì 12 febbraio quando verranno sentiti i testimoni dell'accusa, rappresentata dalle pm Letizia Maria Mannella  e Alessia Menegazzo. Tra i primi a testimoniare sono i carabinieri che a Senago, dove è avvenuto l'omicidio, hanno verbalizzato la denuncia di scomparsa da parte di Impagnatiello e successivamente la sua confessione. L'uomo dovrà difendersi dall'accusa di omicidio aggravato.

Cosa hanno detto i testimoni dell'accusa

I carabinieri chiamati come teste hanno spiegato i giorni precedenti e quelli successivi alla confessione. I militari di Senago hanno confermato davanti ai giudici della Corte d'Assise che i documenti di Giulia erano stati trovati in un tombino, probabilmente diverso da dove erano stati gettati. Così come hanno confermato che nello zaino di Impagnatiello erano state trovate due caramelle di topocida: l'imputato aveva cercato su internet già a dicembre "veleno per topi" e "donna incinta". "È il 5 febbraio 2023 quando Impagnatiello visita un sito online per acquistare cloroformio sotto falso nome, quello di ‘Andrea Valdi'. La bottiglia poi è stata sequestrata a giugno" una volta che i carabinieri hanno perquisito casa. Lo stesso giorno dell'acquisto poi Impagnatiello era andato a Malpensa a prendere Giulia, che era tornata a Milano dopo qualche giorno trascorso a casa a Napoli.

Giulia poi scopre l'altra relazione del fidanzato: "Sabato 27 maggio – spiega uno dei carabinieri chiamati a testimoniare – Giulia e l'altra ragazza entrano in contatto per la prima volta. La ragazza contatta Giulia per rivelarle il tradimento. Le due ragazze prima si sentono telefonicamente e poi via messaggio. Anche lei si sentiva tradita: rivela che Impagnatiello le aveva fornito falso test di paternità da lui confezionato. Questo test è risultato essere falso e la clinica indicata da Impagnatiello ha confermato di non averlo mai fatto". Dopo i messaggi scambiati con l'altra donna, Tramontano scrive subito a Impagnatiello, gli fa capire di aver saputo tutto e gli chiede un incontro chiarificatore a tre da cui Impagnatiello cerca di sottrarsi. Durante questa lite Giulia dirà a lui: "Non vedrai più tuo figlio Thiago". "Intanto Impagnatiello si arrabbia con l'altra ragazza per aver rivelato tutto a Giulia", continua il carabiniere.

Da lì a poco avverrà l'incontro tra le due ragazze, dove Giulia era stata accompagnata dai suoi suoceri. Subito dopo l'incontro tra le due donne, è Giulia a scrivere al compagno per dirgli che la loro relazione è terminata e di farsi trovare a casa. Giulia è morta quella sera.

"Impagnatiello – raccontano ancora i militari dell'Arma – la domenica, ovvero il giorno dopo l'omicidio, va al lavoro, prima però abbandona i documenti in un tombino. Poi ha continuato a scrivere a Giulia come se fosse viva e stesse dormendo. Le scrive: ‘Ehi sono arrivato al lavoro, ora scendo a cambiarmi, faccio colazione e attacco. Riposati tu'. In un altro messaggio poco dopo scrive: ‘Ehi, ma sei ancora a letto?'. Il telefono di Giulia non è mai stato però trovato, tutto è stato ricostruito dalle copie forensi. Intanto all'altra donna dice di non scrivergli più, mentre – fingendosi Giulia – scriveva a una sua amica e ai suoi familiari per tranquillizzarli".

Cosa è successo la notte dell'omicidio

La notte dell'omicidio è l'altra donna a scrivere a Impagnatiello per chiedergli di mostrarle in video chiamata dove fosse Giulia, ma lui le ha mostrato soltanto l'interno della casa e le ha detto che la compagna era a dormire da un'amica. Durante la denuncia di scomparsa, Impagnatiello dirà invece ai carabinieri che Giulia stava dormendo nel suo letto con la tv accesa.

"Quella notte – continuano i carabinieri – l'imputato è poi andato dall'altra donna ma lei non lo ha fatto entrare. Rientrato a casa a Senago alle 3:14, viene inquadrato dalle telecamere con lenzuola bianche in mano, entrare e uscire dal box". Lì tiene nascosto il corpo della fidanzata. I carabinieri aggiungono anche: "Ci sono evidenze che riguardano alcuni accessori di casa che ci inducono a pensare che la scena del crimine sia stata preparata, perché sono state trovate tracce di sangue sotto il tappeto e non sopra". Impagnatiello avrebbe spostato il corpo di Giulia con un carrello acquistato ad hoc successivamente il delitto.

La prima volta che i carabinieri sono entrati in casa a Senago

La prima volta che i carabinieri sono entrati nell'appartamento della coppia è il giorno dopo, la notte tra il 28 e il 29 maggio.  I militari di Senago hanno fatto la prima ispezione in casa poche ore dopo la denuncia di scomparsa da parte di Impagnatiello: in casa il cadavere non c’era. In quella prima "visita" dei carabinieri l'imputato aveva detto di avere solo la cantina, ma non il box. E gli inquirenti ci credono, senza verificare.

"L’unica cosa – continua il teste – che non è stata ispezionata è il box. Il 29 mattina, il giorno dopo, una vicina di casa, scendendo nei box, invece nota delle tracce di cenere e vede proprio il box aperto. La vicina racconta di aver visto una lampada bruciata, ma nel box aperto non c’era niente. Quindi presumibilmente il cadavere era già stato spostato in cantina".

La mattina successiva il 30 maggio l'uomo delle pulizie nel pulire il pianerottolo aveva fatto presente ai militari di aver visto tracce di cenere nei primi gradini della scale fino al box. E che sente tracce di trascinamento.

Il carabinieri chiamato a testimoniare ha spiegato poi che la mattina del 30 maggio "alle 11:14 mi trovavo proprio nelle vicinanze della casa e la macchina era parcheggiata fuori. L’auto ha attirato la mia attenzione perché aveva 3 finestrini abbassati. L'ho guardata, da lì veniva un forte profumo. Alle 11:30 era stata riportata nel box per dieci minuti da Impagnatiello. Poi di nuovo l'ha tirata fuori e l'ha parcheggiata nello stesso punto. Alle 13:53 l'ha lasciata in via Novella e l'ha messa in un parcheggio pubblico vicino. In questo lasso di tempo il cadavere era all’interno dell’auto, dove rimase fino alla notte tra il 30 e il 31, quando è stato spostato in via Monte Rosa".

La testimonianza del comandante dei carabinieri di Senago

Tra i testimoni dell'udienza di oggi lunedì 12 febbraio c'è anche il comandante della stazione dei carabinieri di Senago Antonio Caretti. Così ha raccontato cosa era successo dal 28 maggio e i giorni successivi: "Quella sera sono stato avvisato che si era presentato un uomo molto agitato e preoccupato per la scomparsa di una donna al settimo mese di gravidanza. Diceva che non si era preoccupato prima perché la sera precedente avevano avuto una lite per un tradimento. Si era presentato in caserma intorno alle 19 di domenica 28: era agitato, si è pensato subito a un allontanamento volontario".

Il comandante spiega che dopo la denuncia loro militari erano andati a casa: "Eravamo saliti sulla sua automobile perché non c’erano auto di servizio disponibili. Sulla sua auto avevo sentito un forte odore di benzina provenire dal bagagliaio: lui si era  giustificato dicendo che si era un po' rovesciata una bottiglia di benzina. Una volta in casa mi aveva detto che oltre l'appartamento avevano solo una cantina. Poi una volta entrato in bagno anche lì ho sentito un forte odore di benzina. Mi sono chinato verso la lavatrice e ho visto che all'interno c'erano abiti bagnati. Il ciclo era appena finito".

Il militare poi precisa che quel giorno Impagnatiello aveva sulla spalle anche uno zaino che puzzava di benzina. Al suo interno i carabinieri avevano trovato un paio di guanti in lattice (presi al lavoro come aveva detto Impagnatiello), una busta di plastica e un veleno per topi dicendo che era per i topi presenti sul luogo dove andava a fumare cannabis.

E ancora: "L’appartamento non era in disordine, le sedie della cucina erano poggiate sul tavolo come se avesse appena pulito il pavimento. Lui aveva detto che a pulire tutto era stata Giulia".

Il vicino: "Trasportava il corpo di Giulia in macchina"

A testimoniare in aula, oggi, è anche il vicino di casa della giovane coppia. N.M. abita in via Novella, di fianco al trilocale al primo piano di Alessandro e Giulia. "Li ho subito identificati dai tatuaggi di lei e dalla macchina di lui", racconta in aula. Sono sue le immagini di sorveglianza registrate dalla videocamera che riprenderà tutti i movimenti del barman 30enne dal 27 maggio al 31.

"In quei giorni ho notato la T-Roc di lui con i finestrini abbassati. Il 30 maggio, invece, Impagnatiello è entrato e uscito dal box con una sacca bianca e un sacco giallo trasparente in cui si intravedeva un paio di scarpe". È il corpo della fidanzata Giulia, che ha ucciso la sera del 27 maggio.

La cenere sulle scale del condominio

Non è l'unico comportamento sospetto del giovane. "Quando ho pulito la scala B del condominio di via Novella a Senago c'era in giro un materiale strano, leggero. Tipo cenere sulle scale", è la testimonianza dell'addetto alle pulizie. È martedì 30 maggio.

"Erano sparite le pattumiere e il profumo che uso per pulire. Mentre scendo dalle cantine incontro Impagnatiello con il profumo che mancava e aspirapolvere da auto in mano: mi ha chiesto una paletta per pulire il box. Intanto vedo un cane che annusa macchina in prossimità del baule". Lì è rinchiuso il corpo della compagna, incinta al settimo mese del figlio Thiago.

Impagnatiello si mostra tranquillo. "Ho sentito poi rumori di trascinamento, dalla zona cantine alla porta che fa accedere ai box. Dopo 40 secondi Impagnatiello esce con una valigia. Per due volte ha ripulito l'ambiente dalla cenere", prosegue l'addetto alle pulizie.

Il litigio tra Giulia Tramontano e Alessandro Impagnatiello la sera dell'omicidio

"Il 27 maggio sono rientrata a casa alle 20, sono andata in cucina e ho iniziato a preparare la cena. Quando sono andata in camera per mettermi il pigiama, dove avevo finestre aperte e persiane abbassate, ho sentito gridare", racconta un'altra vicina di casa, che condivide il terrazzo con Alessandro Impagnatiello e la fidanzata Giulia Tramontano. Quella sera Giulia ha appena incontrato l'amante del compagno, e vuole lasciarlo per sempre.

"Mi sembrava stessero litigando, ma non erano grida di dolore o di aiuto, quindi non me ne sono interessata. Il litigio sarà durato al massimo qualche minuto e poi è finito. Io sono andata in cucina, che è molto più lontana, e non ho più sentito niente".

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