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Omicidio di Giulia Tramontano

Processo Impagnatiello, cosa succede nell’udienza di oggi: al centro l’esito della perizia psichiatrica

L’udienza di oggi lunedì 21 ottobre vedrà al centro l’esito della perizia psichiatrica disposta dalla Corte d’Assise di Milano e già depositata agli atti: secondo gli esperti Impagnatiello è capace di intendere e di volere.
A cura di Francesca Del Boca
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Alessandro Impagnatiello
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Si avvicina la fine del processo contro Alessandro Impagnatiello, il 31enne di Senago che il 27 maggio ha ucciso con 27 coltellate la compagna incinta Giulia Tramontano. L'udienza di oggi, lunedì 21 ottobre, vedrà al centro l'esito della perizia psichiatrica disposta dalla Corte d'Assise di Milano e già depositata agli atti. La sentenza, prevista inizialmente per il prossimo 4 novembre, è destinata con ogni probabilità a slittare a data da destinarsi: potrebbe arrivare comunque tra la fine di quest'anno e l'inizio del 2025.

Alessandro Impagnatiello dichiarato capace di intendere e volere

La perizia, affidata dalla presidente della Corte d’assise Antonella Bertoja, verrà discussa in aula dallo psichiatra forense Pietro Ciliberti e dal medico legale Gabriele Rocca. "Alessandro Impagnatiello è pienamente capace di intendere e di volere. Non vi sono elementi per ritenere che al momento del fatto trovino applicazione i requisiti psichiatrici per ritenere un vizio di mente parziale o totale", recita uno dei passaggi fondamentali della perizia. Prima di essere arrestato, infatti, per anni Impagnatiello secondo gli esperti avrebbe "mantenuto relazioni interpersonali e coltivato interessi personali con soddisfazione, non ha avuto difficoltà particolari nell'intraprendere rapporti sentimentali ed è stato in grado di portare avanti legami affettivi e di svolgere la funzione genitoriale, anche da separato".

La confessione di Impagnatiello: "Mi sono sentito sconfitto"

"Ho visto crollare tutto, mi sono sentito sconfitto", sono state le parole di Impagnatiello durante i colloqui con gli psichiatri in carcere. Accusato di omicidio volontario aggravato dalla premeditazione, rischia l'ergastolo. "Portavo avanti una doppia vita con Giulia che era una compagna, era famiglia, una persona con cui fare progetti e l'altra donna sul lavoro, bellissima e desiderata da tutti i colleghi. Erano un vanto. E io ero come mascherato". Poi l'incontro di Giulia con l'amante all'Armani Cafè. "Andai a casa distrutto, il mio castello di bugie tenuto in piedi per mesi era crollato… era crollata la mia immagine al lavoro, la mia relazione completamente svanita….e non sarebbe stata una cosa pacifica, visto il carattere e la rabbia di Giulia. Ho visto la mia sconfitta davanti a tutti".

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