Processo Genovese, l’avvocato della ragazza: “Ha problemi fisici e psicologici, non può più fare la modella”
Sarà processato con rito abbreviato Alberto Genovese, l'imprenditore accusato di aver prima stordito con un mix di sostanze e poi violentato due ragazze. Una (18 anni) durante una festa organizzata il 10 ottobre di due anni, fa nel suo attico con vista Duomo e ribattezzato "Terrazza Sentimento", ora in vendita:da qui la giovane era fuggita seminuda e in lacrime, e aveva raccontato di aver subito sevizie per ore e ore. L'altra (23 anni), ha riferito di aver subito lo stesso trattamento mentre era sua ospite in una villa di lusso a Ibiza, Villa Lolita, nel luglio precedente. Lo sconto sarà di un terzo della pena, e il processo avverrà a porte chiuse: prossima udienza, con l'interrogatorio di Genovese, il 27 giugno. La sentenza potrebbe arrivare il 19 settembre (altre udienze il 7 e il 18 luglio).
"Invalida permanente"
Intanto trapelano le parole dell'avvocato Luigi Liguori, che rappresenta la diciottenne violentata: "Ha problemi fisici e psicologici e non può più fare la modella, è invalida permanente al 40 per cento". Per questo la ragazza ha dovuto necessariamente "rinunciare ai lavori, ai contratti che non poteva più svolgere date le sue condizioni". I danni calcolati sfiorano il milione e mezzo di euro. Nell’udienza precedente l’ex imprenditore aveva già offerto in risarcimento 130mila euro alla 18enne e 25mila euro alla 23enne che ha denunciato gli abusi nella villa di Ibiza, cifre rifiutate dalle parti civili.
Alberto Genovese e la droga
La difesa intanto replica con le 36 pagine della perizia medica sulle condizioni di Alberto Genovese che, secondo i professori Pietrini e Sartori, al tempo versava in un perenne stato di intossicazione da sostanze stupefacenti. Questo necessariamente gli avrebbe causato una "alterazione cognitiva" che gli avrebbe impedito di discernere "il consenso iniziale dato dalla ragazza nel voler avere rapporti sessuali in quelle condizioni, e assumere ketamina e il successivo venir meno del consenso", e dunque non è stato in grado di "comprendere quando fosse il momento opportuno di fermarsi".