Processo d’appello di Alessia Pifferi: cosa succede domani in aula
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Comincia domani, lunedì 10 febbraio, il processo di appello ad Alessia Pifferi, la 37enne di Ponte Lambro (Milano), che in primo grado è stata condannata all'ergastolo per la morte di stenti della figlia Diana, di 18 mesi. Il dibattimento sarebbe dovuto iniziare la settimana scorsa ma l'imputata non ha potuto partecipare all'udienza perché si è sentita poco bene. Su richiesta dell'avvocata di Pifferi, Alessia Pontenani, l'inizio del processo è stato quindi rimandato.
Alessia Pifferi è stata condannata in primo grado all'ergastolo lo scorso 13 maggio, con l'accusa di omicidio volontario pluriaggravato per la morte della figlia. La vicenda risale al luglio 2022: secondo quanto ricostruito nelle indagini, la donna avrebbe lasciato la piccola da sola per una settimana nel suo appartamento in zona Ponte Lambro, a Milano, lasciandole nel lettino solo alcuni biberon. In quei giorni Pifferi si sarebbe allontanata per andata a trovare il compagno a Leffe, in provincia di Bergamo. La difesa della donna chiede ora che sulla donna venga effettuata una nuova perizia psichiatrica.
Cosa chiede l’avvocato di Alessia Pifferi nel processo d’appello
Alla Corte d'Assise d'Appello di Milano, Alessia Pontenani, l'avvocata di Alessia Pifferi, ha chiesto che sulla sua assistita venga effettuato un nuovo test psicologico. La posizione della difesa, infatti, è che la donna possa essere affetta da un ritardo cognitivo tale da compromettere la sua piena capacità di intendere e di volere. Pifferi, tuttavia, era stata sottoposta già durante il primo grado di giudizio all'esame dal dottor Elvezio Pirfo, nominato proprio dalla Corte di Assise di Milano. Il consulente l'aveva ritenuta capace di intendere e di volere al momento dei fatti, pur evidenziando "disturbi di tipo dissociativo/psicotico o della sfera affettiva".