Presunti maltrattamenti nella ginnastica, la difesa della Ct Maccarani: “Mai insulti alle Farfalle”

La gup di Monza si è riservata la decisione se archiviare o meno il fascicolo sui presunti maltrattamenti che avrebbero subito le atlete della squadra delle Farfalle Azzurre di ginnastica ritmica. “Abbiamo fiducia che decida con cognizione di causa”, ha dichiarato l’avvocato Giovanni Battista Frisoli che difende l’atleta Anna Basta. “Gli allenamenti sono duri, ma non maltrattanti”, ha aggiunto Danila De Domenico, legale della Ct Emanuela Maccarani.
A cura di Enrico Spaccini
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Si è tenuta questa mattina, venerdì 13 dicembre, al Tribunale di Monza l'udienza davanti alla gup Angela Colella per l'opposizione alla richiesta di archiviazione per il caso dei presunti maltrattamenti denunciati da alcune ex atlete della nazionale ginnastica ritmica durante gli allenamenti della Ct Emanuela Maccarani. Lo scorso agosto, la Procura aveva chiesto di archiviare il fascicolo a carico dell'allenatrice e dell'assistente Olga Tishina, ma la ginnasta Anna Basta si è opposta. "La giudice si è riservata la decisione", ha detto il legale dell'atleta, Giovanni Battista Frisoli, "abbiamo fiducia che decida con cognizione di causa". Danila De Domenico, legale di Maccarani, ha dichiarato a Fanpage.it che "ci sono stati allenamenti duri e importanti, ma non maltrattanti".

La denuncia delle atlete e le indagini della Procura

La ginnasta Basta, insieme alla compagna di squadra Nina Corradini, aveva raccontato i presunti abusi che avrebbe subito durante gli allenamenti quando faceva parte della nazionale di ginnastica ritmica, dal 2016 al 2020. "Da lì è iniziato il mio percorso e anche le mie difficoltà con le allenatrici", aveva raccontato a Fanpage.it, "proprio perché sono iniziati i problemi che riguardano il peso e soprattutto gli insulti e le umiliazioni pubbliche e costanti".

Dopo le indagini, la Procura di Monza aveva chiesto l'archiviazione del caso. I pubblici ministeri Cinzia Citterio e Manuela Massenz avevano comunque criticato i metodi adottati dall'allenatrice, che avevano finito per "infliggere alle giovani atlete sofferenze psicologiche che ne determinano il destino sportivo in termini di maggiore o minore capacità di sopportazione". Basta, assistita dall'avvocato Frisoli, si è opposta all'archiviazione chiedendo, invece, nuove indagini.

"Allenamenti duri, ma non maltrattanti"

"Non abbiamo chiesto noi l'archiviazione, ma il pm", ha puntualizzato al termine dell'udienza la Ct Maccarani, "l'avvocato ha portato tutte quelle che sono le prove, le testimonianze e le indagini fatte dalla difesa che questo giudice ha la possibilità di valutare". In merito alle accuse, ha aggiunto: "I messaggi del mio telefono ce l'hanno tutti, non c'è nessuna parola di disprezzo. Voglio solo che venga messo un punto a questa vicenda".

La sua legale, De Domenico, sostiene che questo processo sia "prima di tutto mediatico, e poi celebrato nelle aule di giustizia". L'avvocata ha ribadito che gli allenamenti di Maccarani "sono sicuramente duri, ma non maltrattanti. Queste ragazze sono tutt'altro che maltrattate, lo dimostrano i risultati alle Olimpiadi di Parigi".

Ha collaborato Simone Giancristofaro

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