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Covid 19

Pregliasco a Fanpage.it: “Serve un green pass rinforzato, rilasciarlo solo a chi si vaccina”

“Il green pass dovrebbe essere riservato solo a chi si vaccina e non più a chi fa un tampone”. A proporlo, in un’intervista a Fanpage.it, è Fabrizio Pregliasco che riprende la proposta di Guido Bertolaso sulla revoca della carta verde per chi dovesse rifiutare la terza dose del vaccino. Così facendo, la certificazione verde potrebbe essere tolta a partire dalla prossima primavera.
A cura di Filippo M. Capra
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Il virologo Fabrizio Pregliasco
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Guido Bertolaso ha proposto il ritiro del green pass a tutti coloro i quali non vorranno ricevere la terza dose del vaccino anti Covid. Intanto in Lombardia aumentano i contagi, seppure in maniera lieve rispetto al numero di tamponi effettuati quotidianamente, mentre i ricoveri in ospedale restano pressoché stabili. Per commentare l'andamento dell'epidemia da Covid-19, Fanpage.it ha contattato il professor Fabrizio Pregliasco.

Cosa ne pensa della proposta di Bertolaso? 

È una buona base di discussione perché rilancia l'importanza di garantire la massima protezione possibile alla luce dei dati che dimostrano un calo della protezione dopo sei mesi, almeno nelle categorie più fragili. Questo inverno, al netto della nascita di nuove varianti pericolose, potrà rappresentare l'ultima battaglia contro questo virus che resterà presente ma con ondulazioni minori.

Si parla già anche di quarta dose.

Io non le chiamerei dosi, ma richiami, come avviene per tanti altri vaccini. Comunque nel futuro si vedrà una modulazione diversa, simile alle campagne di vaccinazioni antinfluenzali, con la speranza che servirà come protezione dedicata ai fragili. Chiunque vorrà, poi, potrebbe comprarla in farmacia e farsela somministrare per stare ancora più sicuro.

A questo punto non sarebbe più facile istituire l'obbligo vaccinale?

A me non dispiacerebbe l'obbligo vaccinale, anche se una nuova soluzione potrebbe essere il green pass rinforzato, ovvero destinato ai soli vaccinati escludendo chi si fa il tampone. Questo perché in questa prima fase era corretto concedere ai cittadini di verificare l'eventuale positività attraverso un test, ma il green pass a soli vaccinati sarebbe il compromesso che ci accompagnerebbe a una nuova normalità. In più l'obbligatorietà non è facile da controllare: i bimbi, ad esempio, li controlliamo solo a sei anni al primo giorno di scuola. Per questo resterà sempre uno zoccolo duro che non intende ricevere il vaccino.

All'interno dei no green pass anche anarchici e fascisti. Questi ultimi sanno che Mussolini istituì l'obbligo vaccinale durante il ventennio? 

Non credo ci sia questa memoria storica. Questa scelta rappresentò, in quel ventennio, un salto in avanti contro malaria e vaiolo. L'obbligo vaccinale istituito da Mussolini fu una scelta strategica, al netto del pensiero politico, che a suo tempo ottenne degli obiettivi. E questa non è apologia, è storia.

È spaventato dall'aumento dei casi in Gran Bretagna e dalla possibile nascita di nuove varianti? 

In Uk il sistema sta reggendo, il numero di ricoverati è indirettamente proporzionale ai nuovi contagiati. Per quanto riguarda le varianti, queste ultime sono sempre in agguato ma tendenzialmente sono più buone rispetto al ceppo originario. Questo perché il virus punta a replicarsi per restare a infestare il corpo che infetta e non farlo morire. Certamente però il virus non è governato da intelligenza quindi l'inciampo su una variante più contagiosa e pericolosa ci può essere, perché più si replica più coglie queste occasioni.

La discussione del governo si è concentrata sulla revoca del green pass. Secondo lei quando può avvenire?

Per la prossima primavera.

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