Precipita dalla zip-line per 30 metri in Valtellina, la Procura indaga per omicidio colposo
Sono stati notificati i primi avvisi di garanzia con l'ipotesi di omicidio colposo per la morte di Ghizlane Moutahir. La 41enne è deceduta lo scorso 5 maggio dopo essere caduta dalla zip-line dell'impianto sportivo Fly Emotion di Bema in Valtellina (Sondrio). Si tratta dei dipendenti del centro che hanno aiutato Moutahir con l'imbracatura, gli altri che hanno avuto in qualche modo a che fare con l'esperienza della vittima e i responsabili sia della sicurezza che dell'attività.
Moutahir precipitata per 30 metri in un bosco
Erano le 12:30 di domenica 5 maggio quando Moutahir, residente a Oliveto Lario, di origine marocchina, percorreva la fune d'acciaio del Fly Emotion di Bema agganciata con speciali cinghie. Ad un certo punto, per motivi che dovranno essere chiariti nel corso delle indagini, la 41enne è scivolata dall'imbragatura precipitando nel bosco sottostante per 30 metri.
Insieme a lei c'erano i suoi nipoti che, prima dell'incidente, hanno registrato un video di pochi secondi nel quale si vede Moutahir. Quelle immagini, che dovevano essere il ricordo di una giornata di festa, sono state acquisite e potrebbero fornire elementi importanti per la ricostruzione dei fatti.
Gli indagati e l'autopsia
La Procura di Sondrio, nel pomeriggio di mercoledì 8 maggio, ha notificato gli avvisi di garanzia con l'ipotesi di omicidio colposo. A essere iscritte nel registro degli indagati sono le persone che hanno assistito Moutahir durante la vestizione con l'imbragatura, i dipendenti presenti nella struttura e che sono entrati in contatto con la 41enne e i responsabili della sicurezza e dell'attività.
Si tratta, almeno per il momento, di un atto dovuto in vista dell'autopsia che sarà eseguita venerdì mattina, 10 maggio, dall'anatomopatologo Luca Tajana dell'Istituto di medicina legale di Pavia. Il pm Piero Basilone ha già disposto esami anche sull'imbragatura indossata da Moutahir, rimasta appesa sulla fune.