Poste Italiane, dopo il focolaio nella sede di Lodi, test rapidi per tutti gli impiegati d’Italia
A poche ore di distanza dal focolaio Covid nell'ufficio delle Poste di Lodi in via Volturno, la direzione dell'azienda italiana ha deciso di attivare da metà mese uno screening a tappeto per i dipendenti postali. Test rapidi per tutti, dunque. Intanto, dopo la chiusura degli ultimi due giorni, le porte della sede lodigiana hanno riaperto: gli uffici sono rimasti chiusi da quando il primo dicembre Ats aveva rilevato i primi casi di positività. Ad oggi i dipendenti contagiati sono sei, tra cui anche il direttore ricoverato in ospedale in gravi condizioni. Ai tamponi si sono sottoposti poi anche i parenti più stretti dei contagiati: tra gli infettati è risultato anche il marito di una delle dipendenti e il figlio di un collega, un bambino di sei anni.
Dal 14 dicembre test rapidi per tutti
La campagna di test anti Covid-19 è stata lanciata dal condirettore generale Giuseppe Lasco che ha precisato: "Stiamo consegnando in queste ore – spiega Lasco – con un’operazione imponente, più di 200mila tamponi su tutto il territorio nazionale. Il 14 partirà questa prima campagna di somministrazione dei tamponi. Iniziamo dai siti più nevralgici per poi estenderli su tutti gli altri centri". E a sottoporsi al test gratuito saranno i 130mila dipendenti di Poste italiane.
Il sindacato: Gestito male il focolaio a Lodi
La decisone è arrivata anche dopo la protesta dei sindacati di Slc-Cgil che accusano l'azienda di aver gestione male il focolaio: "A nostro parere – spiega il sindacalista Benedetto Matteucci – c'è stato un atteggiamento irresponsabile da parte di Poste Italiane. Quando è il direttore è stato ricoverato urgentemente in ospedale per primo, il 17 novembre scorso, nessuno dei suoi colleghi di agenzia è stato avvisato dall'azienda tanto che, poi, quell'ufficio è stato chiuso solo da questa settimana e solo dopo altre riscontrate positività".