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Polina morta affogata in 20 centimetri d’acqua, la procura archivia il caso: “Non è omicidio”

“Polina Kochelenko, la criminologa di 35 anni trovata morta il 18 aprile di due anni fa, non è stata uccisa”: il procuratore ha chiuso le indagini sul giallo della donna. Per il pm si è trattato di un incidente e non di un omicidio.
A cura di Giorgia Venturini
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Il procuratore Fabio Napoleone oggi, mercoledì 8 novembre, ha chiuso il caso sulla morte di Polina Kochelenko: la criminologa di 35 anni trovata morta il 18 aprile di due anni fa non è stata uccisa, il magistrato conferma così la tesi che si sia trattato di un incidente.

Polina si era allontanata da casa, a Valeggio in provincia di Pavia, per la solita passeggiata con i suoi cani nei campi dietro la sua abitazione. Era al telefono con un amico quando avrebbe detto che doveva chiudere la telefonata perché uno dei cani si era allontanato. Poi il silenzio. Il corpo della criminologa è stato trovato in un piccolo canale nei campi vicino a casa. Secondo la nota della Procura: "Le indagini eseguite a seguito della riapertura disposta dal gip hanno confermato che la ragazza è deceduta a seguito di annegamento, dopo essere spontaneamente entrata in acqua nel canale, nel verosimile tentativo di salvare uno dei suoi cani (un cucciolo) che le era scappato".

La madre, supportata legalmente dall'avvocata Tiziana Barrella, non ha mai creduto all'incidente: aveva detto di indagare per omicidio: "Ho pensato che mia figlia potesse avere avuto una lite con una persona. E che sia stata spinta nel piccolo canale. L'autopsia ha confermato la morte per annegamento ma non ha mai spiegato la causa primaria", ha spiegato la madre a Fanpage.it.

Ora però è arrivata la richiesta di archiviazione. Secondo il medico legale le piccole piccole ecchimosi trovati sul corpo della donna non sono da ricondurre a una violenza tanto quanto ai segni del trasporto del corpo in acqua e del conseguente urto contro gli ostacoli incontrati lungo il percorso. Per la Procura non ci sono più dubbi: non è stata vittima di un'aggressione.

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