Pizzul (Pd): “Mascherine pannolino e scandali: credibilità di Regione Lombardia è ai minimi storici”
"La credibilità della Lombardia è ai minimi storici. Abbiamo appena celebrato i 50 anni e siamo al livello più basso di reputazione della sua storia, per colpa di errori e scandali come quello dell'ospedale alla Fiera di Milano e le mascherine-pannolino rimaste inutilizzate, solo per citarne alcuni". Il capogruppo del PD in Regione Lombardia, Fabio Pizzul, intervistato da Fanpage.it spiega perché il suo partito ha annunciato mille emendamenti in vista della discussione sull'assestamento di bilancio prevista al Pirellone la prossima settimana. Una protesta contro lo stop imposto alla commissione d'inchiesta sul Covid-19, mentre si moltiplicano gli scandali e le inchieste. L'ultimo caso emerso è quello delle mascherine-pannolino comprate da Regione Lombardia per 18 milioni, ma che giacciono inutilizzate in un magazzino. "Le mascherine della Fippi? Io le ho usate, nei giorni dell'emergenza, in modo ligio – spiega Pizzul -. Devo dire che è complicato, essendo elasticizzata comprime in modo molto fastidioso, non si capisce bene come tenerla, quindi gli stessi medici e infermieri dicevano che era impossibile usarle in corsia".
In Lombardia i soldi pubblici e le donazioni sono stati spesi in modo responsabile?
Sull'utilizzo dei fondi in generale c'è da capire qualcosa, sia riguardo all'ospedale in Fiera sia sulla finalizzazione di altri fondi versati. Penso anche ai soldi spesi per le mascherine-pannolino della Fippi, che sono ancora al 90 per cento inutilizzate e stipate in un magazzino. Questi fondi potevano essere usati per fare più tamponi e più test. Parte di questi soldi, che ricordo sono quelli delle donazioni che i lombardi con generosità e tempestività hanno fatto arrivare fin dai primi giorni dell'emergenza, sono ancora fermi.
Quanti sono i fondi rimasti non spesi?
Ci risulta che Regione Lombardia non abbia impiegato 50 milioni di euro su 205 di donazioni. Sono ancora in cassa. Ma il punto comune dei molti casi e aperti è capire se l'amministrazione si sia mossa in maniera quantomeno goffa o poco efficiente.
Tutte le inchieste aperte ruotano attorno a un punto: secondo quali criteri sono stati fatti acquisti, pagate fatture e approvate spese?
Bisogna far luce su come Aria (la centrale acquisti di Regione Lombardia ndr) abbia operato. Perché alcuni ordinativi sono andati male, sono stati revocati o fatti addirittura ad aziende senza neppure la partita Iva congruente con il materiale che bisognava acquistare? È stato fatto tutto come andava fatto? Io non entro nel merito delle vicende giudiziarie, però le modalità con cui è stata organizzata la macchina amministrativa e sanitaria vanno verificate. A questo serve la commissione d'inchiesta.
La commissione però è impantanata da settimane tra veti e lotte interne.
È passato più di un mese e rimane evidente il veto di una maggioranza che fa di tutto al momento per non fare partire la commissione, un veto nei confronti del Pd che poi diventa un veto generale sulle minoranze. Noi abbiamo detto che, qualora non ci fosse stato l'ok sul nome unitario di Jacopo Scandella, che è il nostro candidato, eravamo disposti a tornare in commissione, ma solo con un accordo politico. In questo mese di occasioni per trovare questo accordo non ne ho viste, quindi ci troviamo costretti a fare un gesto di fermo attacco alla maggioranza, perché è ora di dire se si vuole o no fare partire questa commissione.
Avete annunciando mille emendamenti al bilancio per sbloccare la commissione. Fate ostruzionismo per combattere l'ostruzionismo?
Noi chiediamo risposte, perché finora non ne abbiamo avute né sulla commissione d'inchiesta e nemmeno sulla ripresa post pandemica. Abbiamo pochi strumenti per farci sentire, il passaggio del bilancio in aula è una delle occasioni. Non si tratta di ostruzionismo, ma di dare un segnale chiaro alla maggioranza.
Sareste pronti ad accettare un presidente diverso dal vostro candidato per fare partire la commissione?
Se c'è la volontà di far partire la commissione, noi ci sediamo al tavolo e possiamo anche ragionare su quello.
La credibilità della Regione Lombardia quanto ha risentito di questi mesi?
È ai minimi storici. Abbiamo appena celebrato i 50 anni e siamo al livello più basso di reputazione della sua storia, per colpa di errori e scandali. La Lombardia non lo merita, perché le strutture ospedaliere e i medici hanno dato il massimo durante la pandemia. Oggi manca una guida, perché la giunta è più occupata a difendersi e pararsi le spalle che a governare.
Fontana è rimasto solo ad affrontare attacchi e inchieste?
Fontana è esposto e accerchiato. La storia ci insegna che quando qualcuno è assediato e si arrocca, fa fatica a tirare a lungo. Io credo che sia evidente a tutti che questa giunta sia in grossa difficoltà. Il silenzio di Fontana su diversi fronti parla da solo. Dopo la sovraesposizione mediatica ha scelto il silenzio, questo evidenzia un grande imbarazzo. Non do per scontato che lo superi così facilmente.