Pietra d’inciampo per Sebastiano Pieri: l’agente che portava ai parenti messaggi dei detenuti ebrei

Una toccante cerimonia per ricordare Sebastiano Pieri, l'agente del carcere di San Vittore che, durante la seconda guerra mondiale, aiutava i detenuti a mantenere i rapporti con i propri parenti. la commemorazione si è svolta nella mattinata di oggi, lunedì 1 febbraio, proprio davanti l'istituto penitenziario di Milano.
L'aiuto ai detenuti ebrei nel carcere di San Vittore
Alla cerimonia oltre ad alcuni agenti erano presenti diverse autorità e i rappresentanti dell'Anpi Provinciale di Milano. E proprio il presidente Roberto Cenati ha voluto immortalare la giornata raccontando, sui propri canali social, la storia di Pieri. L'agente nel 1943 lavorava infatti nel carcere di San Vittore che, a quei tempi, era sotto il controllo delle SS. Durante il suo periodo come addetto all'infermeria, aveva assistito alla morte di Don Achille Bolis. Il parroco di Calolziocorte era stato arrestato dai nazifascisti perché aveva dato rifugio ad alcuni partigiani ed ebrei. Dopo la morte del sacerdote, causata anche da diverse torture, Pieri decise di aiutare i detenuti a mantenere i rapporti con i loro parenti nascondendo i messaggi nella fodera del berretto di ordinanza. Dopo diverso tempo fu scoperto e arrestato. Dopo essere deportato a Fossoli, l'agente fu trasferito nel lager di Mauthausen. Morì poi a Gusen il 19 gennaio 1945.

La pietra posta accanto a quella dedicata ad Andrea Schivo
La pietra d'inciampo è stata posta accanto a quella di Andrea Schivo, anche lui un agente del carcere di San Vittore arrestato con l'accusa di aver aiutato alcuni detenuti ebrei portando loro del cibo. La pietra era sta posta lo scorso anno proprio nel Giorno della Memoria.