Pierangelo Repanati, chi era il giornalista ed ex sindaco ucciso nel giardino di casa a Corte Palasio
Chi lo conosceva lo ricorda come "un giornalista col pallino della verità". Per descriversi, però, aveva scelto di usare una frase attribuita a Mark Twain: "Così divenni giornalista. Ho odiato farlo ma non ero riuscito a trovare un lavoro onesto". Pierangelo Repanati è stato ucciso a 57 anni nel giardino di casa sua con due coltellate alla gola.
Un uomo di fede
I vicini hanno raccontato di aver sentito delle grida di aiuto provenire da casa sua poco dopo le 22 di lunedì 27 giugno, a Corte Palasio. In quel Comune del quale è stato anche sindaco per cinque anni, dal 2004 al 2009. Chi abitava in quelle zone racconta come fosse un uomo tranquillo, oltre che "di fede". Al punto che aveva pure insistito affinché la vicina Abbazia Cerreto, a pochi chilometri da dove abitava, ripristinasse la messa in latino.
La "rapina finita in tragedia"
Chi è accorso per primo ad aiutarlo lo ha trovato accasciato a pochi passi dalla porta di casa. L'attuale sindaco del Comune nel Lodigiano, Claudio Manara, ribadisce che dovrebbe trattarsi di "una rapina finita in tragedia". Gli inquirenti sono alla ricerca di telecamere di videosorveglianza installate o sulla sua abitazione o là vicino, ma sembrerebbe non essercene.
Il "lavoro onesto" e la scomparsa della madre
Alla fine Pierangelo Repanati "un lavoro onesto" lo aveva anche trovato. L'ex sindaco e giornalista professionista era impiegato da qualche tempo in uno studio di Lodi come consulente. "Era una brava persona", insistono i suoi concittadini che ricordano anche come ormai viveva da solo per un po', da quando qualche tempo fa "l'anziana madre è venuta a mancare".