Picchiata, violentata e chiusa in casa dal convivente: chiesta condanna a 8 anni di carcere
Una donna è stata stuprata, picchiata e chiusa in casa dal compagno. È successo a Varese. La vittima è riuscita a scappare e denunciarlo. Gli episodi contestati sono avvenuti nel 2019. Nella giornata di ieri, martedì 20 febbraio, la Procura – durante il processo con rito abbreviato – ha chiesto una condanna a otto anni di reclusione per le accuse di maltrattamenti, violenza sessuale, sequestro di persona e lesioni.
Il quarantenne avrebbe imposto rapporti sessuali
Stando alle indagini svolte dagli inquirenti, il quarantenne avrebbe imposto alla compagna rapporti sessuali: "In quei momenti ero per lui un oggetto, non contavo niente. Un giorno dopo un rapporto sono rimasta in doccia per un'ora. Un'esperienza che ancora non riesco a levarmi di dosso", ha raccontato la donna che ha affermato di essere stata costretta a rimanere nella loro abitazione.
La donna si è rifugiata in un centro antiviolenza
E ancora: "Il suo modo di fare cambiava di continuo. Diceva di amarmi, poi mi violentava". Dopo essere riuscita a fuggire dal suo convivente, la vittima è stata presa in carico da un centro antiviolenza. Quando è arrivata nella struttura, aveva evidenti segni sul viso e sul corpo: l'uomo è infatti accusato anche di averla picchiata. È stato quindi deciso di trasferirla in una casa di rifugio. Gli evidenti traumi psicologi non sono sfuggiti a un ispettore della Questura.
La donna, infatti, era terrorizzata dell'idea di avere una finestra che dava sulla strada: "Aveva paura di essere osservata".