Picchiata dal marito, per il giudice “è un fatto culturale”: “Se fossi morta forse mi avrebbero creduto”
"Forse se fossi morta, mi avrebbero creduto": è quanto ha detto la donna di 27 anni che nel 2019 ha denunciato i maltrattamenti del marito, che successivamente è stato assolto dal tribunale di Brescia perché le violenze sarebbero da ritenersi "un fatto culturale". In un'intervista che ha rilasciato alla trasmissione È sempre cartabianca, in onda su Rete Quattro, la 27enne ha raccontato i maltrattamenti che avrebbe subito per anni.
La vittima: Ho subito insulti e violenze
"Sono arrivata in Italia quando avevo 4 anni. Avevo 17 anni quando è morto papà e sono andata in Bangladesh per i funerali. Gli zii e la nonna hanno convinto mamma a farmi sposare: da lì inizia la mia vita da sposa bambina", ha affermato. La ragazza ha convissuto con l'uomo in una casa molto piccola: "Vivevamo in una stanza". E, negli anni, avrebbe subito insulti, vessazioni e violenze fisiche.
Sarebbe stata anche violentata sessualmente: "Una volta mi aveva dato alcune pillole, calmanti, che lui prendeva. Una notte, mi sono svegliata e me lo sono ritrovato addosso. Mi ha tirato i capelli, io mi sono girata e ho cercato di allontanarlo, gli ho dato una spinta e lui mi ha dato uno schiaffo". La donna ha così deciso di denunciarlo: "Ho chiamato la polizia, ma non è successo nulla. Sono andata dai carabinieri dove anche lì non sono stata creduta. Mi ha convocato il magistrato, era una donna, che ha visto lo schiaffo e ha detto: ma questa è una sculacciata che si dà a un bambino".
La 27enne: Nessuno mi ha creduta
La vittima ha raccontato di essere stata obbligata a prendere pastiglie e di essere stata violentata: "Mi ha detto: ma perché non tu non hai morso il suo dito? Mi ha detto: Ma come fa un marito a violentare la propria moglie?". La donna, in lacrime, mostra quanto siano stati difficili questi anni soprattutto per non aver ricevuto il sostegno necessario: "Ho subito queste cose qui e nessuno mi ha creduto. Nessuno. Forse era meglio morire, non lo so. Forse se fossi morta, mi avrebbero creduta. Se fossi andata all'ospedale, forse mi avrebbero creduta. Cosa dovevo fare di più? Cosa doveva farmi di più?", ha detto spiegando inoltre quanto coraggio ci voglia per denunciare.