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Picchia e minaccia di morte la compagna: arrestato 38enne già condannato per omicidio

Il 15 dicembre scorso un 38enne è stato arrestato per maltrattamenti. L’uomo, che ha già trascorso 10 anni in carcere per omicidio, avrebbe picchiato e minacciato la compagna anche davanti al loro figlio piccolo.
A cura di Enrico Spaccini
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Immagine di repertorio
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Un 38enne è stato denunciato alcuni giorni fa dalla sua convivente bresciana che alle forze dell'ordine ha raccontato di aver subito da lui violenze fisiche e psicologiche continue da novembre 2021. L'uomo, che ha già trascorso 10 anni in carcere per omicidio e tentato omicidio, è stato arrestato e il gip Matteo Grimaldi ha disposto la custodia cautelare in carcere perché, ha scritto, "il crescendo di aggressività potrebbe condurre a conseguenze tragiche per la vittima di maltrattamenti".

"Atti di violenza selvaggia e annichilente"

Si chiama Erjon Kaloti, il 38enne di origine albanese finito in carcere per maltrattamenti nei confronti della convivente da cui ha avuto un figlio. Nel 2009 era stato condannato per omicidio e tentato omicidio in concorso commessi durante una rissa tra bande in cui morì il 24enne Tusha Fesnik.

Come riportato dal Giornale di Brescia, proprio durante il periodo di affidamento in prova ai servizi sociali, iniziato una volta uscito dal carcere, il 38enne avrebbe picchiato, insultato e minacciato più volte la compagna anche di fronte al loro figlio piccolo. "Atti di violenza selvaggia e annichilente", li ha definiti il gip, gli ultimi dei quali avvenuti il 15 dicembre scorso.

Le minacce di morte: "Estremamente probabile un epilogo drammatico"

"Ti ammazzo, ti lascio qui in terra, non mi interessa di andare in carcere, se mi denunci ti ammazzo, se mi togli mia figlia ti ammazzo, quando esco dal carcere ti ammazzo", avrebbe detto Kaloti alla donna. Il 38enne ha raccontato che in quell'occasione si stava difendendo da un'aggressione della compagna la quale, armata di forbici, avrebbe provato a colpirlo perché aveva scoperto un suo tradimento.

Il 38enne, quindi, deve restare in carcere. Secondo il giudice, "il ricorso sistematico alla violenza fisica, la minaccia di porre fine alla vita della donna, l’assoluta assenza di freni inibitori sono circostanze che inducono a ritenere estremamente probabile un epilogo drammatico della vicenda".

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