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Peste suina, Coldiretti: “A rischio 4 salumi su 5. Pronti a chiedere l’intervento dell’esercito”

La Coldiretti Lombardia ha manifestato a Roma insieme ad agricoltori, cittadini e istituzioni. La richiesta è di adottare azioni più incisive per contrastare la diffusione della peste suina africana.
A cura di Enrico Spaccini
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Una foto della manifestazione Coldiretti a Roma (Twitter)
Una foto della manifestazione Coldiretti a Roma (Twitter)

Agricoltori, cittadini e anche istituzioni. Tutti scesi in piazza dei Santi Apostoli a Roma nella mattinata del 27 maggio mossi dalla preoccupazione della diffusione della peste suina africana. Ad oggi, si sono registrati 124 casi di ungulati positivi al virus nel Lazio, in Piemonte e in Liguria. Aree in cui sono state attivate delle zone rosse in modo da contenere i contagi. Come sostiene Paolo Carra, vicepresidente di Coldiretti Lombardia, "se dovesse arrivare nelle nostre stalle, il danno sarebbe gravissimo: servono azioni più incisive e un piano nazionale di abbattimento". Più della metà dei maiali italiani sono allevati proprio in Lombardia: "Quattro salumi di qualità su cinque rischiano di scomparire", avverte l'associazione di rappresentanza e assistenza dell'agricoltura.

A rischio le produzioni agricole

Sono circa 2,3 milioni gli esemplari di cinghiali distribuiti in tutto il territorio italiano. Un numero che preoccupa non solo gli agricoltori che si vedono i terreni danneggiati, ma anche chi vive in città. Negli ultimi anni si è assistito a un avvicinamento progressivo dei branchi ai centri abitati, a volte causando anche incidenti con feriti o morti. Secondo un'analisi eseguita da Coldiretti Lombardia in base ai dati regionali, nel territorio lombardo sono stati almeno 9mila in dieci anni gli assalti dei cinghiali nei campi e sulle strade. In più, la loro presenza massiccia mette a repentaglio le produzioni agricole, aggravata ora con la diffusione di questa pese suina. "Più volte abbiamo denunciato i pericolo della proliferazione senza freni di questi animali", ribadisce Carra al quale si aggiunge Ettore Prandini, presidente nazionale di Coldiretti: "Siamo pronti a chiedere l'intervento dell'esercito".

Uno dei cartelli presenti alla manifestazione a Roma (Twitter)
Uno dei cartelli presenti alla manifestazione a Roma (Twitter)

"L'ultima manifestazione pacifica"

A Roma, ma anche nelle province di Alessandria e Genova al confine con Pavia, si è iniziato nei giorni scorsi a installare chilometri e chilometri di reti metalliche. Un modo per arginare gli spostamenti dei cinghiali e per poi procedere all'abbattimento selettivo. Abbattimento che nei primi giorni di maggio è stato annunciato anche in Lombardia, ma che ancora non ha avuto il via libera da parte della Regione. "Questa è l’ultima manifestazione pacifica che facciamo, se non otterremo risultati la prossima volta saremo a Montecitorio", annuncia Prandini il quale poi definisce "paradossale" il fatto che i costi derivanti dai danni da cinghiali debbano essere coperti dagli agricoltori stessi.

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