Pestaggio di Iovino, il testimone: “L’ha chiamato Fedez. Dopo aveva il volto pieno di sangue”
Spuntano altri due verbali che ricostruiscono la notte tra il 21 e il 22 aprile scorso, quando il personal trainer Cristiano Iovino venne aggredito sotto casa a Milano da un gruppo di ultras del Milan, giunti su un van nero insieme a Fedez, dopo una discussione tra i due nel privè della discoteca The Club. Un racconto che si inserisce tra i capitoli della maxi inchiesta che ha portato agli arresti i capi ultrà delle curve di Inter e Milan.
A ricostruire l'accaduto, secondo quanto riporta Il Fatto Quotidiano, sono le testimonianze di S. A., producer e dj conosciuto a livello internazionale, e V. B., guardia giurata dell'edificio al civico 33/a di via Ulpio Traiano, zona CityLife, dove ha sede l'appartamento del personal trainer romano. È quest'ultimo a fornire agli inquirenti le indicazioni più importanti. "Svolgevo il turno di vigilanza ed ero appena rientrato nella portineria dal mio giro di ispezione, quando ho sentito del chiasso provenire dalla strada. Ci siamo resi conto che era in atto una rissa tra 8/9 ragazzi", le sue parole.
Il vigilantes ha raccontato di avere provato in qualche modo ad aiutare Iovino insieme a un collega. "Abbiamo riconosciuto Iovino e abbiamo aperto il cancello per tentare di metterlo al sicuro all'interno del palazzo, ma questo ha causato l’ingresso di tutti gli altri perché Iovino non è riuscito a richiudere il portoncino in tempo. A quel punto abbiamo cercato di chiamare il 112".
Uno dei due vigilantes, in quei momenti concitati, avrebbe inoltre sentito più volte il nome del rapper. "Ho compreso che tra gli aggressori ci fosse Fedez, perché ho sentito più volte pronunciare il suo nome dagli amici di Iovino che erano presenti al momento del fatto". Entrambi sarebbero stati poi minacciati dal gruppo con queste frasi: "Tanto vi abbiamo visto, sappiamo chi siete e dove venirvi a prendere".
Secondo la testimonianza della guardia giurata, Iovino non sarebbe stato aggredito al ritorno al casa dopo la discoteca, ma quando sarebbe nuovamente sceso dalle scale del condominio. "Da quello che ho sentito dire dagli amici di Iovino, pare che poco prima Fedez l’avesse chiamato per incontrarlo", sempre il custode del palazzo. "Ho visto rientrare Iovino poco prima dell’aggressione. L’ho incrociato durante il mio giro di perlustrazione, aveva la camicia aperta e la giacca sulle spalle, era in compagnia di due amici ed è salito nel suo appartamento. Venti minuti dopo è sceso insieme ad altri due uomini per andare all’esterno del complesso, dove è rientrato velocemente inseguito dai suoi aggressori".
Ma non solo. "Quando ho accompagnato i carabinieri nell’appartamento, Iovino ha fatto una iniziale resistenza ad aprire. Ha aperto la porta e ho notato che aveva il volto sporco di sangue. I militari sul pianerottolo hanno notato delle vistose macchie di sangue". Il motivo? Lo racconta l'amico dj che ha trascorso la serata con i due protagonisti di questa storia, prima a cena al ristorante La Bullona e poi all'interno del locale notturno in zona Moscova. "Alle 3.45 Cristiano mi ha detto: sono stato aggredito da 5/6 persone", il suo discorso ai magistrati. "Mi ha detto che non conosceva le persone e che i motivi della discussione erano futili, precisandomi che insieme a queste persone era presente Fedez. I motivi della discussione al The Club erano dovuti allo spazio dei tavoli", sono state le sue parole.