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Pestaggio all’Arco della Pace, 19enne finisce in coma: arrestati i componenti di una baby gang

La polizia ha eseguito sei misure cautelari nei confronti di altrettanti giovani residenti nelle province di Milano, Varese, Monza e Piacenza per le aggressioni avvenute nei pressi dell’Arco della Pace a Milano il 26 luglio del 2020. Nel pestaggio era rimasto gravemente ferito un 19enne, colpito al volto da un pugno, finito in coma farmacologico per alcune settimane.
A cura di Redazione Milano
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L'aggressione ripresa dalle telecamere di sorveglianza
L'aggressione ripresa dalle telecamere di sorveglianza

La scorsa estate avevano aggredito un gruppo di ragazzi vicino all'Arco della Pace a Milano con tale violenza da ridurre in coma un ragazzo di 19 anni: questa mattina la polizia li ha arrestati.

Sono state eseguite oggi sei misure cautelari nei confronti di altrettanti giovani residenti nelle province di Milano, Varese, Monza e Piacenza nell'ambito dell'indagine coordinata dalla Procura milanese sul pestaggio avvenuto la notte del 26 luglio 2020 in piazza Sempione. La gang, composta da otto persone di cui sei appena maggiorenni, aveva aggredito con un pretesto la comitiva di giovani che stavano passando la serata nella zona dei locali. I presunti autori dell'agguato sono stati raggiunti dall'ordinanza emessa dal gip di Milano su richiesta del procuratore aggiunto Laura Pedio e sostituto procuratore Francesca Crupi. I sei si vanno ad aggiungere a due minorenni, già colpiti da provvedimento restrittivo emesso dal Tribunale per i Minorenni.

Tra le vittime della notte di violenza ad avere la peggio è stato un 19enne, colpito da un pugno al volto. Trasportato in ospedale esanime, è rimasto in coma farmacologico per settimane prima di essere dimesso, riportando lesioni gravi ed una prognosi superiore ai 40 giorni. Il pestaggio aveva provocato il panico tra la folla, con decine di persone che erano fuggite.

Nei giorni successivi le indagini, attraverso l'analisi delle immagini delle telecamere di videosorveglianza e l'approfondimento sulle piattaforme social, ha consentito alla quinta sezione della Squadra Mobile di ricostruire in modo dettagliato la dinamica dell'aggressione di gruppo caratterizzata, pur distinguendosi le singole responsabilità, dalle modalità tipiche del ‘branco'.

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