Molestie a Peschiera del Garda, il prefetto: “Abbiamo sottovalutato i rischi, ora in stazione controlli come allo stadio”
Come allo stadio. Durerà per un mese, il nuovo sistema di filtraggio per chi viaggia lungo le stazioni che da Milano portano a Peschiera del Garda: controllo a monte dei biglietti, divieto di vendita e detenzione di alcol (sia in vetro che in lattina), identificazione delle persone. È il nuovo provvedimento messo a punto dalla prefettura di Verona, in collaborazione con le altre prefetture dei comuni coinvolti. Il prefetto, Donato Cafagna, intende così evitare che in futuro si possano ripetere situazioni come quella del 2 giugno: la maxi rissa a Peschiera del Garda, con una massa di 2.500 giovani che si sono riversati in giro per la città e le tensioni scoppiate a catena dopo il furto di un portafogli, e le molestie di gruppo sul treno che da Gardaland porta a Milano. "Era un fenomeno noto, ma non atteso in quelle dimensioni. Non si poteva prevedere", ha dichiarato il prefetto Donato Cafagna a La Repubblica. "Con i dati che abbiamo oggi, si sarebbe dovuto prevedere un numero molto più alto di pattuglie".
L'indagine
La Procura di Verona ha aperto intanto due inchieste parallele su quanto avvenuto il 2 giugno sul lago di Garda: la maxi-rissa a Peschiera del Garda, tra la cittadina e la spiaggia, e le molestie sul treno. Per il primo fascicolo l'ipotesi è di rissa aggravata, danneggiamenti e tentata rapina. Il secondo filone delle indagini, invece, si focalizza sulle molestie sessuali denunciate da alcune adolescenti lombarde sul treno che le riportava a casa dopo una giornata a Gardaland: secondo quanto trapela da fonti giudiziarie, non è escluso che la Procura valuti in questo caso anche l'aggravante dell'odio razziale, sulla base delle dichiarazioni delle vittime.